Ex scuola Cep, Marasco stuzzica il “geometra” Landella: “Non è sicura e tu vuoi farci vivere le persone”
«In un edificio di cui è stata certificata e dichiarata l’irreversibile pericolosità statica e sismica nessuno ci andrebbe ad abitare e, infatti, il sindaco ci vuole mandare quelli che una casa non ce l’hanno». Il capogruppo de “Il Pane e le Rose”, Augusto Marasco, commenta così l’avvio dei lavori all’ex scuola “Giovanni XXIII” cominciati una settimana fa e su cui, stamattina, ha presentato una nuova interpellanza urgente.
LA SICUREZZA. Esattamente due mesi dopo la prima interrogazione in cui Marasco denunciava l’impossibilità di recuperare i requisiti minimi di agibilità e sicurezza nell’ex scuola materna al CEP, l’Amministrazione ha avviato i lavori per realizzare quattro alloggi «incurante dei gravissimi e irrimediabili problemi di staticità e sicurezza, nonché l’assoluta inadeguatezza agli standard minimi di antisismicità, che sono stati accertati e certificati nel corso di un’attività finanziata dall’Autorità di Bacino della Puglia».
MAI RISTRUTTURATO IL BAGNO?. «Dal computo metrico estimativo dei lavori messi, si fa per dire, a gara – aggiunge l’ex candidato sindaco del centrosinistra – qualsiasi persona con esperienza anche solo della ristrutturazione del bagno di casa capirebbe come quei lavori siano del tutto insufficienti anche ai fini del semplice adeguamento “statico”».
“BLOCCARE I LAVORI”. «Al sindaco che tra l’altro ha il diploma di geometra – conclude Marasco – chiedo di attivarsi per bloccare l’esecuzione di lavori del tutto inadeguati, anche per scongiurare contenziosi con l’impresa aggiudicataria o con le altre imprese partecipanti alla gara».
I contenuti dei commenti rappresentano il punto di vista dell'autore, che se ne assume tutte le responsabilità. La redazione si riserva il diritto di conservare i dati identificativi, la data, l'ora e indirizzo IP al fine di consegnarli, dietro richiesta, alle autorità competenti. La Corte di Cassazione, Sezione V, con sentenza n. 44126 del 29.11.2011, nega la possibilità di estendere alle pubblicazioni on-line la disciplina penale prevista per le pubblicazioni cartacee. Nello specifico le testate giornalistiche online (e i rispettivi direttori) non sono responsabili per i commenti diffamatori pubblicati dai lettori poichè è "impossibile impedire preventivamente la pubblicazione di commenti diffamatori". Ciò premesso, la redazione comunque si riserva il diritto di rimuovere, senza preavviso, commenti diffamatori e/o calunniosi, volgari e/o lesivi, che contengano messaggi promozionali politici e/o pubblicitari, che utilizzino un linguaggio scurrile.Riproduzione Riservata.