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  • Pubblicata il: 10/08/2017 17:37:19

Agguato San Marco, veglia di preghiera: "Smarrimento e tristezza, ma non lasciamoci rubare la speranza"

Il messaggio dell'arcivescovo, monsignor Pelvi

Una veglia di raccoglimento per “implorare dal Signore il dono della giustizia e della pace, affinché si rafforzi il senso di fratellanza tra gli uomini”. È quella che propone la diocesi di Foggia e Bovino, all’indomani della mattanza di San Marco in Lamis. Nella circostanza, monsignor Pelvi invierà ai fedeli riuniti in preghiera – dalle 20.30 nella Chiesa di Santa Maria delle Grazie - il suo messaggio di speranza.

IL TESTO COMPLETO. Ecco il messaggio di monsignor Pelvi.
"Cari fedeli, sono vicino a tutti voi in questo momento di smarrimento e tristezza per chiedere al Signore che le coscienze si mobilitino a difendere la sacralità della vita umana. La preghiera e la collaborazione concreta aiutino a non rimanere imprigionati nelle logiche del conflitto e a rifiutare l’illegalità che genera violenza. Tutti abbiamo nel cuore il desiderio di una pace vera, non illusoria: non la quiete di chi evita le difficoltà e si volta dall’altra parte, se i suoi interessi non sono toccati; non il cinismo di chi si lava le mani di problemi non suoi; non l’approccio virtuale di chi giudica tutto e tutti, senza aprire gli occhi alle necessità dei fratelli e sporcarsi le mani per chi ha bisogno. La nostra testimonianza evangelica è quella di immergerci nelle situazioni e dare il primo posto a chi soffre; di assumere i conflitti e sanarli dal di dentro; di percorrere con coerenza vie di bene, respingendo le scorciatoie del male; intraprendendo pazientemente, con l’aiuto di Dio e con la buona volontà, processi di concordia e solidarietà.
 Non lasciamoci rubare la speranza che collega la terra al cielo e che esige perdono, accoglienza, reciprocità ed educazione. Speranza vuol dire Perdono che, frutto della conversione, nasce dal di dentro e, in nome di Dio, rende possibile sanare le ferite del male. Speranza significa Accoglienza, disponibilità al superamento delle chiusure, che non sono strategie di sicurezza, ma ponti sul vuoto. Speranza vuol dire Reciprocità, cioè scambio vivo e concreto con l’altro, che costituisce un dono e non un problema, un fratello con cui provare a costruire un mondo migliore. Speranza significa Educazione: una chiamata ad imparare ogni giorno la difficile arte del dialogo, ad acquisire la cultura dell’incontro, purificando la coscienza da ogni tentazione di violenza e di irrigidimento, contrarie al nome di Dio e alla dignità umana.
 Ecco la speranza evangelica: un viaggio del cuore inquieto verso la pienezza della carità, che invoca un nuovo senso di responsabilità nell’agire pubblico, come pure un moltiplicarsi dei luoghi di formazione sociale. Noi qui, insieme e in pace, desideriamo sostenere ogni forma di legalità, impegnandoci a salvaguardare quelle regole di condotta che promuovono la dignità di ogni persona. Un vero cristiano è anche un buon cittadino che si lascia aiutare continuamente non solo dalle leggi, ma anche da un educazione ferma e costante al senso del servizio, alla virtù della giustizia, al senso del bene comune, al rispetto della persona propria e altrui, al senso dello Stato. E’ la preghiera che rivolgiamo questa sera alla Vergine Santa, madre della speranza".

di Redazione