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  • Pubblicata il: 06/09/2017 18:38:09

Messaggio contro il sindaco è virale su WhatsApp, Landella: "Falsità disgustose, chi lo inoltra rischia"

“I professionisti della calunnia e della diffamazione in servizio permanente effettivo non hanno smesso di operare nella nostra città". E' la denuncia di Franco Landella, sindaco di Foggia, che decide di affidare a una nota ufficiale, la risposta a un messaggio che circola nelle chat di WhatsApp, "dal contenuto diffamatorio, colmo di falsità disgustose".

LA MOGLIE. "Fate girare. Informate tutti i foggiani delle porcate che il sindaco Landella sta facendo nel suo mandato, nel gestire la cosa pubblica come se fosse una azienda di proprietà familiare": parte così la chat contro cui si scaglia il primo cittadino: "Nel messaggio - spiega Landella - si insinua che dopo la mia elezione a sindaco di Foggia avrei ‘nominato’ dirigente mia moglie, lasciando intuire l’applicazione di favoritismi di natura familistica. Una bugia senza alcun fondamento, che è opportuno smentire in modo categorico. Mia moglie, che era una dipendente comunale ben prima delle mia elezione, non ricopre alcun incarico dirigenziale né percepisce compensi aggiuntivi per lavoro straordinario o per la realizzazione di progetti specifici. Mi segue nella mia attività come mia stretta collaboratrice, senza percepire un solo centesimo in più di quanto percepisse in precedenza – 1455,84 euro netti al mese – quando svolgeva la sua attività presso lo Sportello Unico per le Attività Produttive".

I 40 MILIONI. L'altro riferimento è alla cognata. "Mia cognata, invece, nel delirio diffamatorio di questi vigliacchi anonimi - spiega Landella - è accusata di essere in predicato di gestire, non si sa a quale titolo, 40 milioni di euro. Non è mio costume replicare con un comunicato stampa ufficiale ed un messaggio su WhatsApp o ad un post sui social. Ritengo, però, che in questa circostanza sia necessario farlo. Perché nell’era della ‘rete’ le lettere anonime di un tempo sono state sostituite da questi nuovi canali di diffusione delle calunnie e delle diffamazioni. Canali altrettanto pericolosi".

IL REATO. "Naturalmente - prosegue Landella -, metterò in campo tutti gli strumenti più utili – soprattutto sul piano legale, con la necessaria denuncia all’Autorità Giudiziaria – a tutelare la mia onorabilità e quella della mia famiglia, perseguendo coloro i quali si cimentano in quello sport infame che è buttare fango sugli avversari politici, inventando di sana pianta fandonie e diffondendole tra quanti non sono in grado di capirne l’infondatezza. È opportuno segnalare che coloro i quali inoltreranno il messaggio diffamatorio che sta circolando, si renderanno complici di un reato, ed in quanto tali perseguibili nelle sedi opportune".

LO 'SPETTACOLO INDECOROSO'. "Sono francamente stanco - conclude Landella - di assistere a questo spettacolo indecoroso, di essere il bersaglio della frustrazione dei diffamatori di professione. Chi vuole contrastarmi lo faccia, se ne è capace, dentro le regole della democrazia, con l’attività politica e nelle libere elezioni, non infangando la mia famiglia ed i miei affetti”.

di Redazione