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  • Pubblicata il: 11/06/2018 18:02:30

MACCHEMUSICA/ La civiltà angelica extraterrestre di Metharia suona rock

Rubrica curata da Simona Auciello e Alessandro Cavotta

Nuova puntata per la rubrica di Foggia Città Aperta, “MACCHEMUSICA”, a cura di Simona Auciello e Alessandro Cavotta, per scoprire giovani talenti e conoscere artisti.  

LA BAND. I Metharia nascono a Napoli quasi vent’anni fa. Debuttano al “Nothing Hill” nel Duemila. Nel Febbraio 2000 vincono il Festival “Le Quattro Notti Rock”. Nel Settembre 2001, si classificano al secondo posto al Festival “Premio 29 Settembre -VII rassegna musicale per artisti emergenti” e vincono “Rock Game” nell’ Ottobre 2002. Nel Giugno 2003 sono tra i tre gruppi vincitori del “Nmc Festival” di Macerata. Nell’Ottobre 2003 i Metharia compaiono nella compilation “Defender of Metal”, uscita negli USA per MIB Music. Suonano all’I-Tim Tour nell’estate del 2003. Nell'Ottobre 2004, succede l’impensabile, al meglio della carriera la band si scioglie. Ma i Metharia dopo tre anni di silenzio, ritornano più in forma di prima a giugno 2008 esce il nuovo promo che riprende il percorso lasciato in sospeso, suonano sul palco del Meeting del Mare 2008 a Marina di Camerota insieme a Roy Paci ed aprono il concerto di Pino Scotto nel 2008 e nel 2010. La formazione definitiva è composta da: Raul Volani (voce), Alessandro Romano (batteria), Ciro Cirillo (basso), Giuseppe Arena (chitarra). Hanno aperto i live dei Rezophonic e a Skunk Anansie. Selezionati da Pelù e Ghigo Renzulli si sono esibiti per il Grande Nazione Contest e sono stati richiamati dai Litfiba per aprire il loro concerto. Nel 2015 Raul è invitato come ospite sul palco dei Litfiba. “Questo è il tempo” è il nome del loro album uscito nel 2016. Partecipano al Sanremo Rock Festival giungendo alla finalissima a Sanremo, il contest terminerà l’8 giugno 2018.
 
L’INTERVISTA. Roghi di idee è un brano in cui denunciate le situazioni disumane che avvengono negli ospedali psichiatrici. Nel video siete gli attori all’interno delle celle. Come è nata l’idea per questo brano e com’è stato girare questa clip?   
Roghi di idee è il brano che fa da apripista all’ultimo album che abbiamo pubblicato dal titolo “Questo è il tempo”. Il testo parla delle persone che vanno oltre gli schemi, soprattutto in questa società e vengono visti come folli. Per questo la scelta di questa ambientazione. E’ stata un’esperienza molto toccante: c’erano gli oggetti personali lasciati da ex pazienti, le lettere che scrivevano al cui interno c’era la speranza di vedere qualcuno che andasse a liberarli. Coloro che erano considerati folli, erano anche persone che avevano avuto il coraggio di dire la propria idea, manifestandola liberamente, per esempio molti prigionieri politici venivano rinchiusi in queste strutture. La nostra idea è stata quella di unire il nostro modo di pensare con questo  progetto. Con la frase “I roghi di idee che bruciano in me” intendiamo dire che quando hai delle idee che vanno oltre la normale visione delle cose, vieni visto come l’eretico. Determinate cose sono rimaste assopite dentro di noi, ti illudi di poter dire tutto per esempio attraverso internet e i social network, ma lo fai solamente attraverso una tastiera, finisce tutto lì.
 
A proposito di social, sulla vostra pagina Facebook capita spesso di vedere nell’anteprima dei link condivisi, la stessa citazione di Giordano Bruno. Cosa rappresenta per voi? “Verrà un giorno che l’uomo si sveglierà dall’oblio e finalmente comprenderà chi è veramente e a chi ha ceduto le redini della sua esistenza, a una mente fallace, menzognera, che lo rende e lo tiene schiavo, l’uomo non ha limiti e quando un giorno se ne renderà conto, sarà libero anche qui in questo mondo” Questa frase si ripete nelle nostre condivisioni perché ci piaceva molto, perché rende l’idea di quello che comunichiamo con la nostra musica. Noi vediamo la musica come un messaggio e come un risveglio delle coscienze, quindi quando sei una voce fuori dal coro vieni visto come l’eretico, e abbiamo scelto Bruno per rappresentarci e lo abbiamo anche inserito nella copertina dell’album. Questa citazione si ripete anche in un brano in particolare dell’album che si intitola “scie chimiche”, al di là del complottismo, se vuoi scrivere una poesia, una canzone, immagina un poeta che cerca l’ispirazione, guardando in alto gli viene preclusa la libertà di ammirare il cielo. L idea di partenza è questa qui. Poi consiglio l’ascolto del brano. 
 
Sorge spontanea la domanda sulla copertina dell’album “Questo è il tempo”, da quali elementi è composta e l’altra domanda è sul titolo, cioè, questo è il tempo, per cosa? La copertina è stata un’idea di Alessandro Romano (il batterista): nella copertina c’è Giordano Bruno, si nota pure la città in lontananza, l’oscurità che arriva, il passato, il presente, i roghi, i tantissimi roghi che per noi sono le idee. Le idee non sono altro che fiamme che si accendono, il fuoco dell’arte, la passione che brucia dentro, le cose che abbiamo dentro e cerchiamo di trasformare in musica e parole. Questo è il tempo, è una frase che abbiamo ripreso da un brano dell’Ep precedente che piaceva molto ai nostra fan. Nel vecchio Ep dal titolo Ockulta informazione, c’era la frase che diceva: “questo è il tempo dell’insurrezione”, è una frase un po’ forte, ma con questa intendiamo dire che è il tempo del risveglio, delle idee. Noi diamo il nostro contributo con la musica, con l’arte. Poi c’è da dire che il titolo è anche una sorta di “Era ora” che ci siamo detti dopo la creazione del primo vero Lp da dodici brani.

Parliamo del percorso di arte e vita che avete condiviso con i Litfiba. Dal contest iniziale con cui vi siete fatti conoscere, alle ospitate sul palco. Diteci un

po’ com’è stato e come avete convinto Aiazzi a collaborare con voi nel vostro album. 
Diciamo che quando fai rock in Italia per una serie di cose devi per forza partire dai Litfiba. Sono sempre stato un fan dei Litfiba e ho cominciato a cantare seguendo e vedendo Piero, e questa è una favola a lieto fine, sognavo un giorno di stare sul palco con Ghigo e Piero. Poi Nel 2012 c’è stato il Grande Nazione Contest, bisognava inviare un video con un proprio pezzo e i Litfiba avrebbero scelto 5 band su centinaia che avevano partecipato alla cosa. Da questo contest è nata un’amicizia, andammo a suonare alla festa dei Litfiba a Firenze, la Fiesta Tosta, poi sono stato ospite del tour della Tetralogia, ricordo il pugno di Terremoto quello che c’è nella copertina dell’album dei Litfiba, da bambino sognavo quel pugno, ed ero magicamente lì sul palco con quel pugno enorme dietro di me, un sogno. E’ stato incredibile. Andando a Firenze nel 2012, in un evento in cui suonavano per la prima volta i Litfiba con Gianni Maroccolo (ex bassista Litfiba), incontrammo “il marchese” Antonio Aiazzi (ex tastierista dei Litfiba) e gli consegnammo il nostro cd. Qualche tempo dopo sulla pagina social gli scrivemmo una domanda a bruciapelo “suoneresti nel prossimo disco dei Metharia”, lui rispose subito “sì, mi farebbe molto piacere Echi e Frequenze non è niente male”. Da lì uno scambio di mail, e la collaborazione per il pezzo che gli era piaciuto. 
 
In questi giorni siete a Sanremo per le finali del Sanremo Rock Festival, come la state vivendo e cosa vi aspettate da questo contest? 
Dopo tanti anni che fai musica non ti illudi poi tanto, anche se come dicevo prima, a volte i sogni si realizzano. Sono salito sul palco con Piero, saliremo sul palco dell’Ariston a Sanremo, già questo è motivo di orgoglio per me e per la band. Si cerca di avere visibilità e partecipare a più progetti possibili, e anche se è facile parlare di progetti musicali, diventa davvero difficile fare musica inedita, la musica rock viene messa da parte dai fruitori che hanno perso la voglia di cercare i gruppi che abbiano qualcosa da dire, negli ultimi anni è come se si fossero atrofizzate le persone e le scelte. Quindi cercheremo di sfruttare al meglio questa esperienza soprattutto come motivo di crescita per i Metharia. Alla fine già il nostro nome è un po’ un’utopia ma noi ci crediamo in queste cose, infatti Metharia è un pianeta della costellazione di alfacentauri dalla quale proverrebbe una civiltà angelica extraterrestre, ci piaceva l’idea di questo pianeta dove c’è armonia e unità di vita. In pratica il concetto di isola che non c’è, una cosa che noi speriamo che avvenga nel nostro pianeta e il motivo per cui continuiamo a fare rock.

di Redazione