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  • Pubblicata il: 06/12/2017 18:02:21

La ‘Terraingiusta’ dei migranti che vivono sulla pista di Borgo Mezzanone

Il nuovo rapporto di Medici per i Diritti Umani tra proposte e criticità

"Dopo lo sgombero del ‘Gran Ghetto’ di Rignano Garganico, almeno 1500 migranti si son riversati presso la pista in disuso dell’ex aeroporto militare di Borgo Mezzanone, dando origine ad un nuovo ghetto, che per molti costituisce l’unica sistemazione alloggiativa possibile. Baracche costruite con materiali di risulta, rischi per la salute e per la sicurezza, lontananza dai centri abitati e dai servizi, assenza di prospettive di inclusione sociale, rappresentano le principali criticità riscontrate, esasperate dalla lontananza della politica e delle istituzioni locali e nazionali”. Medici per i Diritti Umani (Medu) non fa troppo giri di parole. E mette nero su bianco quello che gli operatori hanno visto, sentito e respirato con i loro occhi. (Leggi: IL RAPPORTO)

IL RAPPORTO. Per il quarto anno consecutivo, infatti, il progetto ‘Terraingiusta’ questa estate è tornato ad operare in Basilicata e Puglia con l’obiettivo di portare assistenza sanitaria e orientamento socio-legale ai lavoratori agricoli stagionali. E soprattutto, Medu torna a sollecitare le Istituzioni affinché programmino interventi integrati e strutturati per offrire delle risposte concrete di accoglienza e di inclusione ai tanti migranti che vivono in pessime condizioni alloggiative, igieniche e sanitarie. Da metà agosto a metà ottobre 2017, dunque, un team di Medu composto da una coordinatrice, un medico, un mediatore culturale ed un operatore socio-legale ha girato a bordo di una clinica mobile per i ghetti sparsi in Basilicata e sulla cosiddetta pista di Borgo Mezzanone, situata alle spalle del Centro di Accoglienza per Richiedenti Asilo e Rifugiati Politici. 

LA SITUAZIONE DEI BRACCIANTI. “Dopo lo sgombero del ‘Gran Ghetto i migranti si sono riversati sulla pista di Borgo Mezzanone dove oggi convivono stranieri di diversa nazionalità, – tra cui Senegal, Gambia, Ghana, Nigeria, Somalia, Eritrea ed altri – età e condizione giuridica”. Il rapporto ‘Terraingiusta’ ricorda che “quasi tutti hanno scelto questo territorio per lavorare, in campagna soprattutto” e che “l’insediamento è cresciuto durante questa ultima estate”. Le condizioni igienico-sanitarie sono migliori rispetto a quelle del Gran Ghetto, e questo grazie all’allaccio abusivo della corrente elettrica ed idrica, ma manca ogni qual tipo di assistenza sanitaria ed ogni tipo di aiuto è affidato esclusivamente da associazioni ed organizzazioni. 

LE PROPOSTE ALLE ISTITUZIONI. Per provare a migliorare le condizioni di vita dei migranti, Medu attraverso il rapporto chiede “un maggiore coinvolgimento delle realtà associative e sindacali attive sul territorio affinché non venga solo delegata loro la fornitura di servizi non altrimenti forniti dalle istituzioni dedicate, bensì si elabori una pianificazione congiunta per affrontare concretamente e con maggiore efficacia le criticità descritte”. Nel Rapporto – consultabile sul sito mediciperidirittiumani.org – vengo indicate anche soluzioni per il superamento del ghetto in presenza di soluzioni abitative adeguate: “Date le condizioni di vita e rischi per a salute e la sicurezza delle persone, è necessaria e improrogabile una pianificazione che porti progressivamente ma in tempi rapidi al superamento dell’insediamento cercando di evitare azioni di sgombero violento non concordate con la popolazione degli insediamenti e proponendo semmai soluzioni abitative alternative capaci di rispondere alle esigenze degli ospiti e fi favorire l’inclusione sociale”.
 e.b.
 

di Redazione