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"Noi non restiamo Muti", nella serata del Giordano il contro-concerto dello Scurìa

L'evento popolare contro l'"elitarismo", a suon di jazz

Ieri sera, mentre al Teatro Giordano, tra pellicce, auto blu, sfilate e sorrisi plastici delle autorità (che hanno portato con sé lo strascico della polemica sulla gestione "elitaria" dello sbigliettamento, ricordato anche dallo stesso Riccardo Muti durante il concerto) e infine, alte sinfonie di musica classica, andava in scena la serata inaugurale a cui hanno fatto da padrini l'ex direttore della Scala di Milano, e dell'Opera di Roma, con l'orchestra "Cherubini", al Csoa Scurìa (che, alla vigilia del grande evento, aveva affisso uno striscione di protesta all'ingresso del Giordano), è andato, invece, in scena il contro-concerto "popolare" del centro sociale foggiano in via Ammiraglio Da Zara, con altrettanti giovani musicisti di talento (Andrea Marchesino, Fabio Ingino, Giuseppe Bordasco, Valeria Locurcio, Sergio Molinaro, Giovanni Mastrangelo e Gianluca Iammarino) che, a Schubert e Mercadante, hanno contrapposto le arie jazz di Nina Simone, Cole Porter, Ella Fitzgerald e l'improvvisazione musicale nelle sue più svariate forme, classiche e moderne.
CONCERTO "ELITARIO" VS CONCERTO "POPOLARE". E se al Giordano i posti erano limitati e per un terzo riservati, con una conseguente ressa di persone meno fortunate a seguire, fuori e al freddo, il concerto di Muti davanti al maxischermo dell'isola pedonale, allo Scurìa il concerto era, invece, aperto a tutti, gratuitamente, con posti privilegiati in prima fila solo per i più puntuali e per i soggetti diversamente abili. Un bell'esempio di democrazia culturale.

di Redazione 


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