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"Quando io e Antonio Albanese ci esibivamo nei villaggi turistici del Gargano..."

Intervista con il noto attore foggiano Nicola Rignanese

“Foggia? È una città come tutte le altre... Quando ci torno, non la trovo né più bella né più brutta. Sta a chi ci vive amarla e migliorarla ogni giorno”. Parole di Nicola Rignanese, attore foggiano di successo, in vacanza sul Gargano per godersi qualche giorno di pausa tra un ciak e l'altro. È l'occasione per una breve chiacchierata sotto l'ombrellone per ripercorrere insieme le origini e anticipare i progetti futuri. Con il tempo per lanciare un “sassolino” sulla vicenda Teatro Giordano.
GLI ESORDI. “Sono partito proprio da qui” - ricorda Nicola Rignanese che ha vestito i panni di Pino O'straniero nei film “Qualunquemente” e “Tutto tutto niente niente” al fianco dell'amico Antonio Albanese. “Con Antonio ci siamo conosciuti alla scuola teatrale Paolo Grassi di Milano. Nel 1985 ci chiamarono come cabarettisti per gli spettacoli di animazione nei villaggi turistici tra Vieste e Peschici. Facemmo 55 serate in 60 giorni”- sottolinea compiaciuto. Al termine della stagione, poi, ci fu quello che può definirsi quasi un battesimo di iniziazione per Albanese. “Il 3 settembre lo accompagnai alla stazione di Foggia poiché finalmente lo avevano chiamato per un provino a Zelig. Presentò uno sketch di una ventina di minuti tratto proprio dal nostro spettacolo. Deve essere piaciuto.” sorride sornione l'attore foggiano.
IL SUCCESSO CON “QUESTO NOSTRO AMORE”. Da allora Nicola Rignanese ne ha fatta di strada . Il successo che lo ha fatto conoscere al pubblico di prima serata è arrivato con la straordinaria interpretazione del papà siciliano, Salvatore Strano, in “Questo nostro amore”, la fiction ambientata in una Torino degli anni '60 con Neri Marcorè e Anna Valle. “Come è stato lavorare con loro? Sono dei grandi professionisti. Al massimo occorrerebbe chiedere a loro come è stato lavorare con me” - scherza Nicola. “Non immaginavo di poter recitare in una fiction ma la storia mi aveva subito colpito ed in effetti ha saputo parlare a diverse generazioni. Lo dimostrano i record di ascolti raggiunti anche nel confronto con partite di calcio importanti. Secondo me quell'Italia non era molto diversa da quella di ora. L'unica grossa differenza stava nella solidarietà tra le persone. Dovremmo farne tesoro anche oggi”.
LA SECONDA SERIE IN OTTOBRE. Un successo che ha portato alla realizzazione della seconda serie “Questo nostro amore anni '70”. “Probabilmente ci sarà anche una terza” - anticipa Rignanese . “La seconda andrà in onda in ottobre. In queste puntate ci saranno grandi sorprese a partire dalla “strana” alleanza con l'altro papà, Vittorio Costa (Neri Marcorè ndr). Il mio personaggio, Salvatore Strano, cercherà di compiere un salto di qualità anche se resterà sempre legato alla sua goffaggine”.
TANTI FILM “IN CASSETTA”. Ma per Nicola Rignanese non è questo l'unico appuntamento con il pubblico in un autunno che si preannuncia “caldo”. A partire dal 13 novembre sarà possibile vederlo al cinema nel film “La scuola più bella del mondo” al fianco di Cristian De Sica e Rocco Papaleo. Prima di allora il 18 settembre uscirà “La nostra terra” in cui recita con Stefano Accorsi e Sergio Rubini. “Una pellicola girata dalle nostre parti” - ci tiene a sottolineare Nicola Rignanese. “E' una storia che parla di mafia, affrontando il tema dal punto di vista delle cooperative di gestione dei terreni confiscati”. In tv invece andrà in onda la miniserie “La freccia del sud” dedicata a Pietro Mennea in cui l'attore foggiano impersonerà il papà del campione barlettano. “Anche questa produzione (con il sostegno dell'Apulia Film Commission ndr) è stata girata non lontano da qui, nei posti in cui ha realmente vissuto Mennea”.
LE ORIGINI. Nato e cresciuto a Foggia, Nicola Rignanese vive ora ad Arezzo ma dimostra anche così di aver mantenuto i contatti con le sue origini. “Ci torno spesso per motivi familiari” - specifica - “qui ho tutti i miei parenti e, almeno in estate, ogni anno torno qui a Vieste per passare un po' di tempo con loro. Non dimentico che qui ho frequentato la mia prima scuola di teatro con Guglielmo Ferraiola. Lo feci quasi per gioco ma non a caso considero ancora ora, Guglielmo, uno dei pochi maestri di vita che ho avuto. Tornerei volentieri da queste parti. Ci vengo qualche volta per motivi professionali, anche gratuitamente, perchè apprezzo il lavoro che tanti fanno per la cultura a Foggia”.
IL TEATRO GIORDANO. Lo dice con un pizzico di rabbia e si comprende subito dopo il motivo. “Non condivido per niente l'affidamento della direzione artistica del teatro Giordano a Michele Placido. Secondo me è una boutade senza senso, buttata lì per motivi politici. Ho cercato di oppormi cercando anche di contattare gli assessori comunali. Ci sono tanti elementi validi foggiani, come Mauro Palma, Roberto Galano, che si fanno un “mazzo” così. Il Teatro Giordano ora è il teatro più ristrutturato d'Europa - ironizza Rignanese -  prima era una discarica teatrale che accettava spettacoli che altri non volevano. Ci vuole un cambio di passo con chi ha passione e capacità”. Un sassolino lanciato sotto il sole di Vieste in un giorno di vacanza. Il tempo dirà se qualcuno lo raccoglierà.

di Redazione 


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