Agguato San Marco, veglia di preghiera: "Smarrimento e tristezza, ma non lasciamoci rubare la speranza"
Il messaggio dell'arcivescovo, monsignor Pelvi
Una veglia di raccoglimento per “implorare dal Signore il dono della giustizia e della pace, affinché si rafforzi il senso di fratellanza tra
gli uomini”. È quella che propone la diocesi di Foggia e Bovino, all’indomani della mattanza di San Marco in Lamis. Nella circostanza, monsignor Pelvi invierà ai fedeli riuniti in preghiera – dalle 20.30 nella Chiesa di Santa Maria delle Grazie - il suo messaggio di speranza.
IL TESTO COMPLETO. Ecco il messaggio di monsignor Pelvi.
"Cari fedeli,
sono vicino a tutti voi in questo momento di smarrimento e tristezza per
chiedere al Signore che le coscienze si mobilitino a difendere la
sacralità della vita umana. La preghiera e la collaborazione concreta
aiutino a non rimanere imprigionati nelle logiche del conflitto e a
rifiutare l’illegalità che genera violenza.
Tutti abbiamo nel cuore il desiderio di una pace vera, non illusoria:
non la quiete di chi evita le difficoltà e si volta dall’altra parte, se
i suoi interessi non sono toccati; non il cinismo di chi si lava le mani
di problemi non suoi; non l’approccio virtuale di chi giudica tutto e
tutti, senza aprire gli occhi alle necessità dei fratelli e sporcarsi le
mani per chi ha bisogno.
La nostra testimonianza evangelica è quella di immergerci nelle
situazioni e dare il primo posto a chi soffre; di assumere i conflitti e
sanarli dal di dentro; di percorrere con coerenza vie di bene,
respingendo le scorciatoie del male; intraprendendo pazientemente, con
l’aiuto di Dio e con la buona volontà, processi di concordia e
solidarietà.
Non lasciamoci rubare la speranza che collega la terra al cielo e che
esige perdono, accoglienza, reciprocità ed educazione. Speranza vuol
dire Perdono che, frutto della conversione, nasce dal di dentro e, in
nome di Dio, rende possibile sanare le ferite del male. Speranza
significa Accoglienza, disponibilità al superamento delle chiusure, che
non sono strategie di sicurezza, ma ponti sul vuoto. Speranza vuol dire
Reciprocità, cioè scambio vivo e concreto con l’altro, che costituisce
un dono e non un problema, un fratello con cui provare a costruire un
mondo migliore. Speranza significa Educazione: una chiamata ad imparare
ogni giorno la difficile arte del dialogo, ad acquisire la cultura
dell’incontro, purificando la coscienza da ogni tentazione di violenza e
di irrigidimento, contrarie al nome di Dio e alla dignità umana. Ecco la
speranza evangelica: un viaggio del cuore inquieto verso la pienezza
della carità, che invoca un nuovo senso di responsabilità nell’agire
pubblico, come pure un moltiplicarsi dei luoghi di formazione sociale.
Noi qui, insieme e in pace, desideriamo sostenere ogni forma di
legalità, impegnandoci a salvaguardare quelle regole di condotta che
promuovono la dignità di ogni persona. Un vero cristiano è anche un buon
cittadino che si lascia aiutare continuamente non solo dalle leggi, ma
anche da un educazione ferma e costante al senso del servizio, alla
virtù della giustizia, al senso del bene comune, al rispetto della
persona propria e altrui, al senso dello Stato.
E’ la preghiera che rivolgiamo questa sera alla Vergine Santa, madre
della speranza".
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