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Caso Aipa, cinque arresti per bancarotta: ecco la banda di quelli che rubano le tasse

Operazione coordinata di Guardia di Finanza di Lecco e Procura di Milano


Bancarotta aggravata, abusivismo finanziario e costituzione fittizia di capitale sociale. Sono i reati di cui sono accusate le cinque persone nei cui confronti sono state emesse altrettante ordinanze di custodia cautelare, nell’ambito della vicenda che riguarda le società concessionarie di tributi, Aipa spa e Mazal Global solutions, quest’ultima creata ad hoc per subentrare nei contratti in corso di oltre mille Comuni tra cui Foggia.

GLI ARRESTATI. Le persone coinvolte sono Luigi Virgilio, ex presidente del cda di Aipa e poi di Mazal, l’ex sindaco FI di Como, Stefano Bruni, il patron del Lecco Calcio, Daniele Bizzozero, il faccendiere olandese domiciliato a Lugano, Johannus Maria Willhelmus Demers e il commercialista 72enne Francesco Pierangeli, coinvolto in passato nei guai finanziari della Fidelis Andria.

LA FRODE. Margin Call, “C’è chi paga le tasse. E chi poi se le ruba”. Così gli inquirenti hanno denominato l’operazione. Le indagini hanno infatti consentito di individuare il meccanismo che ha consentito di frodare i comuni. Ciascuno ha avuto il proprio ruolo: Luigi Virgilio, manager dalla lunga esperienza nel settore finanziario subentrato all’amministrazione di Aipa per traghettarla fuori dalla grave situazione finanziaria causata dalla precedente gestione, salvare l’attività di riscossione dei tributi di circa 1200 Comuni e centinaia di posti di lavoro, ha invece continuato a drenare risorse pubbliche, distraendo fondi dalle società anche per mezzo di fatture pagate per consulenze di importi rilevanti. Con Aipa in “pre fallimento” Virgilio, senza trattativa pubblica, ha conferito i contratti di riscossione dei Comuni alla Mazal, società neocostituita che - come già anticipato da Foggia Città Aperta – per poter essere iscritta all’Albo fu capitalizzata per 10 milioni di euro in 3 giorni. Per farlo, Virgilio si è rivolto al noto personaggio politico Stefano Bruni e a Daniele Bizzozero. I due hanno svolto un ruolo attivo nell’intermediazione - incassando tra l’altro centinaia di migliaia di euro in consulenze - contrattando ed acquistanto titoli emessi dalla JP Morgan e rivolgendosi al faccendiere olandese Johannus Demers che in una banca estera detiene centinaia di milioni di titoli di questo tipo. Ad attestare il reale valore di questi titoli ci ha pensato una perizia di stima di Francesco Pierangeli, tuttavia il capitale sociale è poi risultato pressoché nullo.

IL PRECEDENTE. La punta dell’iceberg del sistema Aipa fu scoperta nel marzo 2014 quando fu tratto in arresto Daniele Santucci, storico patron. Il metodo per sottrarre denaro alle casse dei Comuni era semplice: due conti correnti intestati fittiziamente alla società ma non inseriti in contabilità, sui quali confluivano i denari versati dai cittadini per il pagamento delle tasse e dai quali Santucci attingeva per fini personali. Nel maggio 2015, è entrata in campo anche la Procura Regionale della Corte dei Conti per accertare responsabilità erariali con il sequestro di tutti i conti correnti e le proprietà riconducibili alla società di riscossione. Ad un anno di distanza, gli arresti odierni.

di Redazione 


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