Antimafia,
confiscati beni per 300 mila euro a esponente del gruppo Miccoli – De Rosa
Sottratte case, terreni e un'auto
Il Nucleo Investigativo
del Comando Provinciale Carabinieri di Foggia ieri ha eseguito la misura di
prevenzione della confisca, emessa ai sensi del Codice Antimafia dal Tribunale
di Foggia-Ufficio Misure di Prevenzione, su richiesta della Direzione
Distrettuale Antimafia di Bari, nei confronti di Pietro De Rosa, classe ‘78,
ritenuto elemento di vertice del gruppo criminale Miccoli – de Rosa, operante a
Trinitapoli e nei comuni del basso Tavoliere.
“BABELE”. La misura scaturisce
dalle risultanze dell’indagine convenzionalmente denominata “Babele”, che era
sfociata con l’esecuzione, il 22 gennaio 2015, di un’ordinanza di applicazione
di misure cautelari personali a carico di 32 persone per i reati di
associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, tentato omicidio,
estorsione, rapina, detenzione e porto illegale di armi e ricettazione, tutti
aggravati dal metodo mafioso.
LA CONDANNA. In particolare De Rosa, attualmente
detenuto agli arresti domiciliari, è stato condannato, con rito abbreviato, a sei
anni di reclusione per il reato di estorsione aggravata, per aver costretto un
imprenditore del posto a versare indebitamente delle somme di denaro,
consistenti in 700 euro mensili. Tale richiesta era seguita all’incendio di un
capannone della vittima, che aveva provocato un danno di 300mila euro circa.
LA
SPROPORZIONE. Le indagini patrimoniali, svolte parallelamente alle
investigazioni, hanno consentito di accertare una notevole sproporzione tra i
redditi dichiarati De Rosa, che svolgeva l’attività di imprenditore agricolo, e
il tenore di vita del suo nucleo familiare. Una sproporzione avvalorata
ulteriormente dagli ingenti lavori di ristrutturazione dell’abitazione ora
oggetto di confisca. Se ne è pertanto desunto che i beni posseduti siano stati
il frutto o il reimpiego delle attività illecite poste in essere da de Rosa. Per
tali ragioni è stata disposta la confisca dei seguenti beni, alcuni intestati a
De Rosa e alla moglie, tutti situati nel comune di Trinitapoli: 21 terreni per un’estensione
complessiva di circa 3 ettari, 2 unità immobiliari adibite ad abitazione di
circa 120 mq totali e un’autovettura Fiat 500. Il valore dei beni confiscati
è stimato in circa 300 mila euro.
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