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Biometria: ecco come questa tecnologia rivoluzionerà la sicurezza mondiale

La continua evoluzione tecnologica in questi anni è andata di pari passo con l’aumento delle minacce informatiche. Gli hackers del XXI secolo si sono fatti sempre più agguerriti e pericolosi, costringendo gli esperti di sicurezza a rivedere i metodi di accesso basati sul classico metodo user-password.
 
Nel 2017, le violazioni di dati hanno rivelato informazioni personali, password e persino numeri di previdenza sociale per milioni di consumatori. È in quest’ottica che si inserisce la tecnologia biometrica. Secondo una ricerca svolta da IBM security su un campione di 4.000 intervistati provenienti da USA, dalla regione Asia-Pacifico e dall’Europa, il 67% si sente oggi a proprio agio nell’utilizzare l’autenticazione biometrica, mentre l’87% dichiara che utilizzerà volentieri queste tecnologie in futuro. Siamo, dunque, di fronte ad una svolta nel campo della sicurezza.

IL FUTURO DELLA BIOMETRIA. La biometria punta a rivoluzionare i sistemi di sicurezza delle imprese. Il riconoscimento facciale, dell’iride e le impronte digitali stanno prendendo piede già in diversi paesi per l’identificazione e i controlli degli immigrati alle frontiere e nelle applicazioni con passaporto. Molti di questi sensori ormai sono presenti anche negli oggetti di tutti i giorni, come ad esempio lo scanner per le impronte digitali che troviamo negli smartphone più recenti. Lo scanner, rispetto alle vecchie password, permette di avere una maggior certezza di identificazione, riducendo il rischio di furti di identità.
 
Attualmente sono tre i settori dove la biometria sta prendendo piede: le banche, le assicurazioni e le imprese. Perfino in ambito universitaria, alcuni campus hanno utilizzato l’impronta biometrica per autorizzare l’accesso degli studenti alle proprie stanze. In questo modo è stato posto fine ai rischi connessi alle continue sostituzioni delle chiavi a causa di smarrimenti o furti. Il mercato globale delle tecnologie biometriche è destinato a sfiorare i 60 miliardi di dollari entro il 2025. A trainare il settore dovrebbe essere anche l’ambito privato e non solo quello imprenditoriale, dato che sempre più persone punteranno a installare questa tecnologia nelle proprie abitazioni.

IL CASO FUJITSU. Fujitsu, impresa giapponese tra i maggiori fornitori mondiali di prodotti e soluzioni per l'information technology ha di recente integrato nel suo Social Command Center delle funzionalità di intelligenza artificiale che serviranno a rivoluzionare la sua «creatura». È stato installato un assistente virtuale che comprende le richieste vocali ed è in grado di agire di conseguenza. Sarà così possibile attivare servizi di prenotazioni o seguire la gestione di alcune richieste. Gli assistenti virtuali sono disponibili in 14 lingue e sono strumenti utilizzabili anche in tutti quei casi in cui è necessaria una autenticazione a più fattori, uno dei quali biometrico. L’azienda giapponese ha anche sviluppato un sistema di sicurezza vascolare denominato Palmsecure. Questo strumento è in grado di acquisire il tracciato venoso del palmo di una persona mediante raggi NIR (ovvero Near-InfraRed) che viene assorbito dall’emoglobina disossidata presente nel sangue, delineando una mappa unica delle vene.
 
La biometria è riconosciuta come la migliore protezione dell’identità perché, a differenza di altri sistemi di sicurezza non può essere contraffatta. Il futuro di questa tecnologia sarà l’integrazione sempre maggiore con i sistemi wearable. Attualmente, in alcune aziende esistono già dei badge che non solo integrano funzionalità di identificazione, ma che abilitano anche servizi aziendali. Esistono altri strumenti che sono in grado di raccogliere dati biometrici, come battito cardiaco o pressione. Gli esperti sono certi che a breve sarà possibile identificare persone in spazi chiusi e aperti, anche a grande distanza, grazie alla biometria. In questo modo si punterà a ridurre i rischi di attacchi terroristici e azioni criminali.

di Redazione 


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