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Un altro modo di fare accoglienza: abiti, musica e bellezza

Grande successo per "I colori di Yetunde"

“Nell’accoglienza ognuno ha il proprio stile e questo tipo di eventi connotano lo stile di Emmaus nel campo dell’accoglienza”. Le parole introduttive di Rita De Padova, presidente della Fondazione Siniscalco Ceci Emmaus, l’ente che ha originato il progetto del centro di accoglienza La casa di Abraham e Sarah, sottolineano proprio la grande originalità dell’evento dal titolo I colori di Yetunde – La madre che ritorna.

IL “CONCETTO” DELL’AFRICA. Nella serata di ieri, infatti, giovedì 28 giugno, nell’auditorium del Villaggio Don Bosco di Foggia, in località “Vaccarella” (Via Lucera km 4), ha avuto luogo una sfilata-spettacolo interamente curata dalle donne ospitate dal centro di accoglienza che, insieme con le tante volontarie di Emmaus, hanno lavorato per oltre cinque mesi alla realizzazione dell’evento. Un vero e proprio happening, con pienone di pubblico, nel quale i colori, la gioia di vivere, la musica e le danze hanno espresso molto più limpidamente il “concetto” dell’Africa e del sentirsi africani. “Questo è il nostro modo di lavorare – ha aggiunto Rita De Padova in merito – di creare relazioni tra gli ospiti e i tanti volontari che hanno lavorato durante questo laboratorio. In questo periodo storico, in un momento così oscuro, noi dobbiamo lavorare ancora di più e ancora meglio nella direzione dell’integrazione culturale”.

“CIO’ CHE SERVE PER QUESTO TERRITORIO”. Gioielli realizzati con materiale di riciclo, coloratissime stoffe africane originali, cucite a mano secondo le antiche trame tradizionali, musiche e danze provenienti dall’Africa Sub-Sahariana, parte sterminata di un continente misconosciuto e, sempre più spesso, identificato esclusivamente con un’immagine ingenerosa: quella dei profughi sui barconi del Mediterraneo. “Il nostro è un territorio che accoglie, anche in un momento così buio – ha affermato Iolanda Rolli, in qualità di commissario straordinario per l’immigrazione nel territorio di Capitanata, nonché in rappresentanza della Prefettura, partner dell’intero progetto – con tante attività importanti, e questo nonostante sia afflitto da altri fenomeni anch’essi legati, in negativo, all’immigrazione, come ad esempio il caporalato. Ma vedere tante persone, tanti volontari, che mettono al servizio di questa realtà il loro tempo e la loro creatività è un messaggio di gioia, di colore, di sole e di luce, ciò che serve per illuminare questo periodo”.

ATELIER FUTURO. Una rivisitazione moderna in grado di offrire un esempio concreto di integrazione culturale: le giovani ospiti del centro di accoglienza, le stesse che hanno lavorato all’allestimento di questi ultimi mesi, hanno danzato e sfilato per il pubblico presente, talora accompagnate dai propri piccoli, esprimendo tutto il loro talento attraverso la straordinaria solarità della cultura africana. Un lavoro, oltre che uno spettacolo, di assoluta qualità, tanto che – fanno sapere da Emmaus – tra i progetti futuri c’è anche quello di dare vita ad un vero e proprio atelier frutto di quest’ultima, esaltante esperienza.

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di Redazione 


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