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Il concerto di Foggia e la banda di Falcicchio

Il nuovo racconto di Ettore Braglia

Il concerto di Foggia riprese nella primavera del 1932 il suo rapido cammino per annoverarsi tra le migliori bande d’Italia. Per varietà e stupenda complessità di effetti strumentali sempre armonici e gradevoli, non esisteva nel Mezzogiorno banda migliore della nostra. Falcicchio, vivace artista filosofeggiante con Modesto Moussorzky, drammatico cantore ottocentesco del popolo russo che ricreò il Boris Godonov, raccoglie tutta l’epopea della Russia, un coro di mille accenti, una tragedia della terra in subbuglio, un poema nazionale. Di questo capolavoro il nostro Fulcicchio, con il Boris, raduna il popolo foggiano. 

FALCICCHIO IN TURANDOT DOMINA, SCUOTE E TRASCINA GLI ESECUTORI. La banda compone in quell’opera un insieme davvero perfetto: è una sola anima che freme, urla, folleggia. La banda di Falcicchio contiene altre musiche, da Verdi a Mascagni, da Ponchielli a Boito e Giordano. Il concerto di Foggia ha un repertorio eclettico, diffondendo la conoscenza del genere sinfonico. E cerca di imporre alla folla questa disciplina spirituale, producendo una sensazione corale molteplice della musica pura.
Tratto dal libro "Antologia foggiana", di Ettore Braglia (edizione Federico II)
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di Redazione 


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