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Corte d’Appello rigetta ricorso: in carcere uomo vicino al clan li Bergolis

Nel primo pomeriggio di sabato scorso i Carabinieri della Stazione di Monte Sant’Angelo hanno tratto in arresto, su ordine di esecuzione emesso dalla Corte d’Appello di Bari, Carlo Bisceglia, classe '82, ritenuto "vicino" al clan li Bergolis. Il provvedimento restrittivo giunge a seguito del rigetto per inammissibilità da parte della Corte d’Appello di Bari del ricorso presentato dalla difesa di Bisceglia contro la condanna alla reclusione di due anni, cinque mesi e venti giorni già inflittagli dal Tribunale di Foggia per i reati di associazione per delinquere e concorso in furti e rapine in abitazione, ricettazione e detenzione illegale di armi commessi nel 2014 a Monte Sant’Angelo. 

LE INDAGINI. All’epoca dei fatti il Giudice per le Indagini Preliminari del capoluogo foggiano, su richiesta della locale Procura della Repubblica, che aveva coordinato le indagini, aveva disposto provvedimenti cautelari restrittivi (custodia in carcere e domiciliare) nei confronti, oltre che di Bisceglia Carlo, anche degli altri soggetti co-indagati a vario titolo e già noti ai Carabinieri per i loro trascorsi giudiziari: Bisceglia Donato, cl. '86 di Monte Sant’Angelo e fratello di Carlo, Piemontese Marco, cl. '89 di Monte Sant’Angelo, Palena Raffaele, cl. '93 di Monte Sant’Angelo, Guerra Gianluca, cl. '81 di Manfredonia, li Bergolis Giuseppe, cl. '93 di Monte Sant’Angelo, Totaro Carmela, cl. '75 di Monte Sant’Angelo, madre di Palena Raffaele, Guerra Giuseppe, cl. '83 di Monte Sant’Angelo, e De Benedittis Bartolomeo, cl. '93 di Manfredonia. 

I ‘COLPI’. All’epoca dei fatti il sodalizio criminale aveva destato non poco allarme sociale nella cittadina garganica, mettendo a segno diversi furti e rapine in abitazioni, con l’unico intento di rubare armi, da fornire a gruppi criminali del posto, nonché oro, da riciclare, attraverso alcuni “compro oro” della zona, in denaro contante. Nel corso delle indagini, condotte dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Manfredonia e dalla Stazione di Monte Sant’Angelo, furono recuperate diverse armi, in particolare cinque fucili di vario calibro, nonché oro e preziosi non ancora riciclati, che poterono così essere restituiti ai legittimi proprietari.

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di Redazione 


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