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Darwin Pastorin a Foggia: "Mondiale 82 e scudetto Cagliari le due storie epiche del calcio italiano"

“Un libro particolarmente interessante e stimolante perché è come se si sfogliasse un grande libro di Storia. Ed è come se si mettessero dei segnalibri per orientarci nel tempo e per capire in quale epoca ci troviamo. Quel segnalibro, spesso, è lo spaccato dell’epoca che esso stesso racconta. È un affresco, una fotografia di quanto avveniva in quegli anni”. Le parole di Antonio Di Donna, telecronista foggiano, sono il miglior viatico per comprendere l’ultima fatica letteraria del noto giornalista e scrittore italo-brasiliano, Darwin Pastorin: “Storia d’Italia ai tempi del pallone – Dal Grande Torino a Cristiano Ronaldo”. Un testo, scritto insieme ad Andrea Bozzo, presentato a Foggia sul palcoscenico del Teatro della Polvere, in cui viene raccontata la Storia d’Italia attraverso i ritratti di quei calciatori che “sono stati specchio e sublimazione di tutto ciò che è successo nel nostro Paese negli ultimi 70 anni” – come si legge nel retro copertina. Il dopoguerra, il grande Torino, il boom, la crisi, la Democrazia Cristiana, gli anni di piombo, sua emittenza Berlusconi, Diego Armando, il pupone, pinturicchio, Cristiano Ronaldo. Secondo Pastorin l’Italia ha due storie epiche di Calcio: il Mondiale dell’ottantadue e lo scudetto del Cagliari. Quest’ultimo, ad esempio, dà l’inizio di una nuova letteratura.

GAETANO SCIREA. “Tra i tanti personaggi conosciuti in 40 anni di carriera” – ha aggiunto – “lui mi è rimasto nel cuore più di tutti. Avevo un’amicizia profonda con lui e non avevo visto mai una persona così buona. Giocava in difesa e non è mai stato espulso. È stato ammonito una volta perché la barriera si era mossa. Sapeva ricoprire qualsiasi ruolo con una eleganza ed una correttezza che non ci sono parole”.

SCOGLIO E BOSKOV. Un’altra figura che Pastorin ricorda con affetto è Scoglio. “Personaggio incredibile. Una volta siamo andati a mangiare e per spiegarmi una tattica, con la gente che lì cenava, va a prendere le sedie rimaste vuote, le schiera e fa: ‘Secondo te se gioco così, con Detari, cosa vuol dire?... ma come non lo sai?!... e se gioco così?... allora te lo spiego io’”. Ed ancora Boskov. Capace di rendere il calcio ancora un’allegria. E tutta quella sua Samp era un’allegria. Quello scudetto fu vinto da un uomo che sapeva far divertire giocando a calcio.
Spazio elettorale autogestito/ De Sabato

E CRISTIANO RONALDO?. “Ronaldo rappresenta la perfezione dell’atleta, addirittura con l’ossessione perché lui si allena sempre. È troppo perfetto. Giocatore straordinario ma fin troppo perfetto. Forse Messi ricorda di più nel fisico Maradona, quindi anche la capacità del calcio di essere veramente una possibilità per tutti. Di sicuro, di quelli che ho visto giocare, per me, il più forte di tutti resterà sempre e per sempre Maradona” – si è detto convinto Darwin Pastorin. Sono stati ancora tanti altri gli aneddoti raccontati da lui durante tutta la serata. Pertanto, a chi non era presente al Teatro della Polvere, ora non resta che leggere questa affascinante “Storia d’Italia ai tempi del pallone”.
(Articolo: Michele Carelli, foto: Sandro Simone)
Banner/ Fondazione Buon Samaritano

di Redazione 


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