IL SOPRALLUOGO. L'inviato del programma Mediaset, in tuta bianca e maschera protettiva, è penetrato all'interno del sito di proprietà della società I.A.O. Srl del gruppo Fantini dove si stima siano presenti oltre 250mila tonnellate di rifiuti pericolosi. Nel servizio, all'interno di capannoni abbandonati e lastre di eternit pericolanti, si notano cumuli di rifiuti di metalli pesanti e un numero esorbitante di cosiddette “big bag”, le gigantesche borse utilizzate per il trasporto dei rifiuti, accatastate alla rinfusa dalle quali fuoriesce materiale in polvere. Golia ha mostrato anche la provenienza di tali borse da paesi esteri, tra i quali Corea del sud e Germania.
L'INCONTRO CON IL SINDACO E CON EMILIANO. L'inviato de le Iene ha incontrato poi il sindaco Pd di Troia, Leonardo Cavalieri, che ha spiegato l'impossibilità da parte del Comune di Troia di farsi carico dei costi di bonifica quantificati in oltre13milioni di euro. Golia ha così raggiunto il presidente della Regione, Michele Emiliano, al quale ha strappato una promessa: “Al sindaco troverò io i soldi necessari alle operazioni di messa in sicurezza. La cosa che mi fa impazzire in questa storia però è che l'impresa ha ricevuto i soldi per lo smaltimento di quei rifiuti e poi la comunità, danneggiata, è costretta a farsi carico del ripristino dell'area”.
LA STORIA DEI SEQUESTRI. Giulio Golia è stato guidato nel sopralluogo da Carmela Lombardi, presidente del comitato Salute e Territorio, che da anni si batte per la bonifica del sito. La storia dell'area di Giardinetto parte da lontano. Sequestrata una prima volta nel 1999, l'area fu restituita all'impresa nel 2007 per dare corso ai provvedimenti di bonifica e ripristino ambientale del sito inquinato. Tuttavia, pochi giorni dopo l'invio alla Regione Puglia, da parte della Iao srl, del Piano di caratterizzazione necessario a dare avvio alle operazioni, nel febbraio 2009 sopraggiunse un nuovo sequestro che impedì tali attività. Il sequestro, operato dalla Guardia di Finanza, riguardò un'area di 340mila mq. Nel 2015 l'amministratore e il consulente della Iao furono assolti nel processo a loro carico e l'area fu nuovamente restituita alla società con l'obbligo di effettuare la bonifica. Tuttavia, gli imprenditori con una lettera del settembre di quell'anno informarono Regione, Provincia, Arpa, Asl e Comune di Troia di essere impossibilitati a farlo per mancanza di fondi. Da allora il sito è rimasto nelle condizioni attuali con il rischio si possa verificare un disastro ambientale.
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