Don Uva: la Regione si tira fuori, niente acquisto. Sindacati insorgono: "Si rifiuta la Ferrari al costo di una 500"
Seguirà con “grande attenzione questa delicatissima vicenda, al fine di garantire sia la salvaguardia delle prestazioni assistenziali e sanitarie che tutti i posti di lavoro” ma non ha intenzione di “acquisire direttamente le strutture”. E ora, è tutto nero su bianco. Il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza - con il voto contrario del Movimento 5 stelle e del gruppo Area Popolare-Ncd -, l’ordine del giorno riguardante la Casa della Divina Provvidenza, dopo che il Ministero dello Sviluppo Economico ha autorizzato l’avvio della procedura di cessione dei complessi aziendali afferenti la Congregazione Ancelle della Divina Provvidenza (LEGGI: Don Uva, la sede di Foggia fa gola a tanti: “E’ sfida tra big, da Salatto e Telesforo ad Angelucci e De Benedetti”)
IL PROGETTO ORIGINARIO. Il dispositivo approvato, modifica e sostituisce quello originariamente presentato dai consiglieri Di Bari, Zinni, Caracciolo, Conca, Mennea, De Leonardis, Morgante, Cera, Ventola, Pisicchio, Gatta, Barone, Vizzino, che chiedeva alla Regione, tra le altre cose, di valutare l’opportunità di acquisire direttamente o attraverso altro soggetto pubblico (ad es. la ASL) la proprietà delle strutture in territorio pugliese (Bisceglie, Foggia) della Congregazione Ancelle della Divina Provvidenza al fine di inserirle organicamente nel sistema sanitario ed assistenziale regionale.
LA VERSIONE DI EMILIANO. Il documento approvato dall’Aula riassume, invece, la posizione del Governo regionale, che come ha tenuto a precisare il presente Michele Emiliano nel suo intervento, “non ha intenzione di acquisire questa struttura” dal momento che “non corrisponde ai nostri piani, non si inserisce in alcun Piano di riordino”, ma confermando l’impegno della Regione affinché sia garantita la continuità del servizio e dell’occupazione. Insieme alla possibilità di valutare l’adeguamento delle tariffe a quelle delle altre regioni per rendere più appetibile l’acquisizione da parte di soggetti privati: “Nel momento in cui adeguiamo le tariffe aiutiamo l’asta ad andare a buon fine, salvaguardiamo la continuità del servizio e, soprattutto, salviamo i posti di lavoro”.
LA FERRARI E LA 500. Delusi i segretari provinciali Massimiliano Di Fonso e Massimo Nicastro del sindacato Usppi (Unione sindacati professionisti pubblico privato impiego). “Ci aspettavamo un colpo di tacco della Regione”, commentano evidenziando quello che ritengono un errore di valutazione: “La Regione – spiegano Di Fonso e Nicastro – non ha compreso che il costo per l'acquisizione delle strutture ospedaliere del Don Uva è pari a 28 milioni di euro e sapendo che la Regione stessa paga ogni anno 80 milioni di euro per gli accreditamenti, significa in qualche modo non acquistare una Ferrari al prezzo di una 500. Oggi il Don Uva è in pareggio di bilancio: questo significa che chi acquisterà il gioiello della riabilitazione si ritroverà già dall'anno successivo con utili. Ecco perché – concludono – è un'occasione persa per la Regione Puglia”.
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