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Non versavano i contributi e portavano guadagni illeciti in "paradisi fiscali"

Sequestrati beni per 800mila euro

I Finanzieri del Comando Provinciale di Foggia hanno concluso una complessa ed articolata indagine di polizia giudiziaria, coordinata dalla Procura della Repubblica di Foggia, avviata a seguito del fallimento di una società cooperativa di San Severo, operante nel settore dei servizi di assistenza socio-sanitaria. La prima fase dell’attività ispettiva ha consentito di accertare che i responsabili della cooperativa, nell’arco di due anni, hanno sistematicamente omesso il versamento di contributi previdenziali all’I.N.P.S. per quasi 1,5 milioni di euro e di ritenute dovute al Fisco per oltre 750.000 euro, a danno di ben 121 dipendenti.

I PARADISI FISCALI. I conseguenti “guadagni” illeciti, ottenuti attraverso l’omesso versamento delle ritenute fiscali e previdenziali, venivano sistematicamente sottratti alla cooperativa e riversati agli indagati, attraverso retribuzioni che arrivavano fino a 200.000 euro annui, del tutto sproporzionate rispetto alle attività lavorative effettivamente svolte, in alcuni casi anche a favore di complici assunti fittiziamente. I successivi e ulteriori approfondimenti investigativi, inoltre, hanno evidenziato che il dominus dell’organizzazione, P.A. di anni 64, originario di San Severo, al fine di schermare il patrimonio personale dalle pretese dei creditori della compagine societaria (in primo luogo l’Erario), nel frattempo dolosamente portata al fallimento, aveva conferito i propri beni immobili, per un controvalore di due milioni di dollari americani, in una società avente sede legale nella Repubblica delle Seychelles e sede amministrativa in Irlanda. Dopo tale operazione e sempre allo scopo di dissimulare il patrimonio personale, aveva operato un secondo conferimento dei beni in un “Trust”, con sede legale in Malta.

I SEQUESTRI. Le indagini svolte dai militari della Compagnia di San Severo hanno svelato che le citate operazioni di trasferimento dei beni in “paradisi fiscali” costituivano un mero espediente giuridico, utilizzato dall’indagato principale e dai suoi complici al fine di preservarli da possibili “aggressioni” del Fisco. La Procura della Repubblica ha richiesto ed ottenuto un decreto di sequestro preventivo per equivalente sino all’importo di circa € 800.000, pari al profitto del reato, nei confronti di P.A. e dei complici B.D di anni 60, M.A.P. di anni 34 e I.R. di anni 49. Il provvedimento, concluso nella mattinata odierna, ha permesso di cautelare una lussuosa villa con annesso terreno sita ad Apricena, 5 appartamenti, 2 autorimesse e 2 locali commerciali ad Apricena e Termoli, oltre a un’autovettura.

di Redazione 


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