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False fatture per spazi pubblicitari, arrestati imprenditori. C'è anche Matteo La Torre

Una frode da circa 35 milioni di euro

Una cifra da capogiro. Un giro di fatture false per un imponibile di circa 35milioni di euro. E’ quanto è stato scoperto dagli uomini della guardia di finanza di Foggia che questa mattina hanno dato esecuzione a quattro ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di tre imprenditori del Foggiano (una quarta persona sta tornando in città in queste ore), procedendo anche al sequestro preventivo per equivalente di beni, per un giro di fatture false per un imponibile di circa 35 milioni di euro.
LE ACCUSE. Tra gli arrestati, dovranno rispondere a vario titolo di “emissioni ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e presentazione di dichiarazioni fraudolente ai fini fiscali” il 60enne foggiano Ernesto Lo Muzio, imprenditore nel settore della comunicazione ed ex editore di una nota emittente radiofonica foggiana, insieme al cerignolano Alberto Di Lauro, di 49 anni, e a Matteo La Torre, foggiano di 65 anni, titolare della S.i.e.m. - Società Ingrosso Elettrodomestici Meridionale – tra i soci del gruppo “Euronics” per la commercializzazione di elettrodomestici e prodotti informatici, proprietario di numerosi punti vendita e megastore in Puglia e nel sud Italia. Una quarta persona, invece – Salvatore Di Lauro, di Cerignola - sta raggiungendo in queste ore la città di Foggia da Trieste, dove si trovava, per rispondere delle medesime accuse.
IL PROVVEDIMENTO è stato emesso dal gip del Tribunale di Foggia, Antonio Buccaro, che ha accolto in pieno le richieste formulate dai pubblici ministeri Enrico Infante e Maria Giuseppina Gravina. Secondo quanto accertato dagli inquirenti, tre dei quattro arrestati, attraverso sette diverse società, dal 2007 al 2011, avrebbero “emesso fatture per operazioni inesistenti relative a fittizie prestazioni pubblicitarie, utilizzate da 13 aziende riconducibili ad un gruppo societario operante in Puglia ed in altre regioni del centro-sud, nel settore del commercio degli elettrodomestici e dei prodotti informatici”. In sostanza, come spiegato dagli uomini del nucleo di polizia tributaria delle fiamme gialle, La Torre investiva in spazi pubblicitari pubblicità su emittenti televisive e radiofoniche, a diffusione locale e nazionale, e i gruppi Di Lauro e Lo Muzio ne risultavano indebitamente broker o intermediari, producendo fatture false. In questo modo è stata prodotta un’evasione di circa 7,7 milioni di euro, tra imposte sui redditi (4,6 milioni) e Iva (3 milioni).
Sul caso sono in corso ulteriori indagini volte a chiarire alcuni aspetti della vicenda.

di Redazione 


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