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A Foggia nasce il centro diurno per persone senza fissa dimora “Il Dono” IL VIDEO

E' stato presentato alla stampa il Centro Diurno Sperimentale per persone senza fissa dimora “Il Dono”, una struttura che punta a favorire processi di reinserimento sociale e lavorativo a quanti vivono per strada o in condizione di povertà. L’inaugurazione ufficiale della struttura è prevista sabato 16 febbraio alle ore 18.30 con un momento conviviale e di festa a cui gli organizzatori hanno invitato tutta la comunità ed in particolar modo i senza fissa dimora di Foggia.

IL FINANZIAMENTO. Il Centro Diurno “Il Dono”, che sarà gestito dall’associazione di volontariato “Fratelli della Stazione”, è vincitore del concorso “Orizzonti solidali’ promosso dalla Fondazione Megamark, realizzato in collaborazione con i supermercati A&O, Dok, Famila e Iperfamila e con il patrocinio della Regione Puglia e del suo assessorato al Welfare. Il Centro Diurno è sito a Foggia in Ernesto Petrone 14 (nei pressi della chiesa di Gesù e Maria), grazie alla disponibilità della Fondazione “Opera Pia L. Scillitani” che ha concesso in comodato gratuito il locale all’associazione “Fratelli della Stazione”.

IL SERVIZIO. Il Centro diurno sperimentale “Il Dono” è pensato come il luogo ideale in cui strutturare e dare continuità al servizio che l’associazione Fratelli della Stazione svolge da oltre vent’anni di sera, attraverso un intervento personalizzato di presa in carico che risulterebbe più efficace per l’utente a cui dare un’occasione concreta di riscatto, mettendo a frutto risorse e competenze ancora inespresse o dimenticate che possono essere risvegliate da un contesto di relazioni positive. All’azione di supporto psicologico e di assistenza sociale, il Centro diurno intende affiancare un’azione di ricerca attiva di un lavoro o delle misure di auto-imprenditorialità, di eventuali forme di sostegno al reddito, di una casa o di un centro di accoglienza per la notte. Al contempo, la presenza costante di operatori e la strutturazione del servizio possono facilitare anche percorsi di riavvicinamento alla rete familiare e amicale degli utenti, una delle condizioni che la semplice attività di volontariato serale non riesce a favorire.

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di Redazione 


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