Dopo San Severo, San Ferdinando, Lucera, e altri comuni della provincia, anche Foggia a metà Novecento ebbe la sua Festa della matricola. Ettore Braglia ci riporta indietro nel tempo e ce la racconta.
LA CORSA DELLE BIGHE. Uno sparo di mortaretti aprì ufficialmente la festa e subito dopo ci fu la deposizione della corona d’alloro al monumento dei caduti.
Quindi, dopo l’accensione della fiaccola della goliardia in piazza Lanza, tutti dal Sindaco per ottenere le chiavi della città, simbolo di comando sulla stessa. Alle undici la rappresentazione al Teatro Giordano e, finalmente, nel pomeriggio la partita di calcio con gli autentici fuoriclasse universitari foggiani.
Il sabato invece la rappresentazione comica.
Alla fine di questa pseudo-commedia si svolse la tanto attesa e divertente corsa delle bighe, trascinata dai migliori destrieri umani, che partendo dal bivio di Corso Cairoli con Corso Vittorio Emanuele, androno per via dell’Impero (oggi via Dante), Corso Garibaldi, Corso Matteotti (oggi via Oberdan) con arrivo al punto di partenza.
LA SERA CI FU LA FESTA DANZANTE IN ONORE DELLE DELEGAZIONI UNIVERSITARIE. Ed ecco la domenica, giorno culminante della festa, con la tradizionale sfilata dei carri e creazioni davvero originali. A seguire, il processo alla matricola e la sera stessa il veglione danzante, con finale a sorpresa, nella sala immensa del Palazzo Dogana. Tutto questo, in sintesi, il programma. Ma affascinante fu anche la preparazione, con un cantiere in festa: cigolare di seghe, scricchiolare di tavole, come una grande falegnameria nello stanzone dell’ala destra del Palazzo agli Studi.
LO SPETTACOLO. Giovani matricole che con laboriosità e zelo eseguirono i lavori sotto la guida degli anziani esperti per l’allestimento dei carri allegorici. Gli studenti universitari offrirono uno spettacolo affascinante: il sommergibile sormontato da un castello per la facoltà di Ingegneria, una grossa bilancia sostenuta da un togato “libripens” per la Giurisprudenza, una donna seminuda con un salvadanaio e un uomo per l’Economia e commercio, un ricco e ornato mappamondo per la facoltà di Lingue, un separé, un farmacista che attinge acqua da un pozzo profondo e la distribuzione di acqua ai poveri clienti per la facoltà di Farmacia.
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