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Foggia mostra Fondazione Banca Monte opera papa francesco scepi

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La provocazione di Scepi arriva in Vaticano: è per Papa Francesco la sua nuova opera profetica

La figura papale ritratta a braccia aperte, sospesa ma senza la croce, cioè senza il legno insanguinato del sacrificio. Un'assenza che parla della rimozione del tragico dalle nostre vite in favore del tragicomico. È il senso della nuova opera intitolata "Il vaso di Pandora... ultima la speranza", dedicata a Sua Santità Papa Francesco, dall’artista lucerino Franco Scepi. L’occasione è stata sabato 4 marzo, nella Fondazione Banca del Monte, per l’inaugurazione della mostra “Scepi Over Ad’Art, 1957 – 2017. Dal Futurismo di Depero all’Over Ad’Art di Franco Scepi, conseguenze e condivisioni, da Andy Warhol a Mario Schifano, dai fratelli Norcia a Pongo Painting 3d N.Y.” (clicca sull'immagine per vedere il video della Fondazione).

LA MOSTRA. Curata da Gaetano Cristino e Nicola Gentile, la mostra (rimarrà aperta fino a sabato 8 aprile 2017, tutti i giorni, escluso i festivi, con i seguenti orari: 10-13; 17-20) ripercorre le tappe più significative delle multiformi e celebri espressioni d’arte del grande "stratega della comunicazione" ma anche le sue “condivisioni”, ossia i lavori realizzati a quattro mani con importanti artisti, da Andy Warhol a Mario Schifano, dai fratelli Norcia a Pongo Painting 3D N.Y.

NUDITÀ CASTIGATA. Secondo Scepi l'ottimismo svogliato di questi tempi non è capace di penetrare le apparenze che ci circondano, al massimo si limita a graffiare, qualche volta, come la satira. Tuttavia questo terribile nemico innominabile infesta il terreno che ci siamo lasciati alle spalle, forse per eccesso di fiducia. L'immagine di Papa Francesco "è rappresentata attraverso una nudità castigata ma a tratti impudente, come il suo abbraccio che risuona ambivalente, sospeso tra dedizione assoluta e vocazione alla crocefissione, forse per quei mali che, con quello stesso gesto, un abbraccio indiscriminato, potrebbe finire, senza volerlo, per attirarsi addosso".

CAMPARI. "La mostra propone anche i diversi contesti che hanno alimentato la produzione artistica di Scepi - ha ricordato durante la presentazione Gaetano Cristino - dalla madre pittrice, di cui sono esposte diverse opere, al secolare radicamento in Puglia della sua famiglia nel mondo della comunicazione, dai dipinti giovanili fino all’esperienza delle campagne pubblicitarie di molte importanti aziende, tra cui Campari, in cui fu considerato erede di Fortunato Depero (di Depero è esposta una versione di un dipinto storico, "Squisito al selz"), dai manifesti cinematografici, a partire dal fondamentale “L’Uomo di marmo” (1977), divenuto poi “L’Uomo della Pace” fino alla documentazione delle azioni #Cancellato, effettuate su 22 importanti monumenti italiani per denunciare il silenzio nei confronti degli invalidi del lavoro". 

di Redazione 


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