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CRONACHE DAL PASSATO/ Corsi e ricorsi storici di Foggia, tra piazza Cavour, Gino Lisa e Cavalli Stalloni...

”Corsi e Ricorsi storici” diremmo, richiamando alla memoria la filosofia Vichiana, se volessimo adattare la vita e la storia della nostra città nel corso dei secoli. Dallo splendore alla decadenza , per poi risorgere e, di nuovo, tornare nell’oblio. Cosi’ è stato per l’età Federiciana; per buona parte della seconda metà dell’800 e sino ai primi decenni del 900; dalla fine della seconda guerra mondiale agli anni 80. Leggendo gli articoli dei tanti giornali del passato abbiamo la conferma di questo andamento “ciclico” della vita e della storia di Foggia: Volete qualche esempio? Seguiteci in questa rubrica e leggete qualcuno, degli articoli che sembrano uscire oggi dalla penna dei nostri cronisti. 

I CAVALLI STALLONI. Uno degli argomenti in agenda in queste settimane tra gli addetti ai lavori e la cittadinanza, e del quale si parla ovunque ha come oggetto lo storico IRIIP: meglio conosciuto dai foggiani, specie gli “over 50” come i “Cavalli Stalloni”, oggi, in parte sede della facoltà di Economia e commercio. Istituito nel 1915 ed inaugurato nel 1931, lo storico centro di incremento della razza ippica è oggi al centro di una interminabile disputa sulla sua futura destinazione, tra quanti vorrebbero potenziarne l’attuale destinazione e quanti sono favorevoli al progettato cosiddetto “Parco Urbano di Campi Diomedei”. Disputa resa ancor più ardua dal recente “blocco” ai lavori imposto dalla Soprintendenza Archeologica. Chi la spunterà alla fine? In attesa dell’esito vediamo cosa scrivevano i giornali dell’epoca a proposito del nostro IRIIP. Parliamo degli anni 50 quando il centro era anche un’alta scuola di equitazione e, in particolare di un articolo dell'1/12/1955 comparso su un settimanale a proposito proprio dei c.d “Cavalli Stalloni”. Leggiamo dunque nell’articolo che “... La nuova scuola di equitazione è la migliore del Mezzogiorno”. La scuola, che si trovava come detto presso l’IRIIP, era stata affidata al Maestro Celino, proveniente da un’altra scuola di eccellenza, quella di Napoli. Poiché, per gli eventi bellici la scuola partenopea non era più funzionante, ecco che Foggia divenne l’unica scuola ad ospitare corsi di equitazione in tutto il meridione. Essa, si legge nel corpo dell’articolo, "aveva sede presso il magnifico deposito dei Cavalli Stalloni, gentilmente concesso dal Presidente comm dr. Bisceglia e dal Direttore Colonnello d’Alessandro e vi trovavano spazio un grande maneggio coperto e uno scoperto e varie piste”. Il cronista si sofferma poi sul rilievo della “importanza” di attrezzatura simile che rende praticabile lo sport equestre anche se le condizioni atmosferiche sono avverse. La scuola disponeva di stalle per la “pensione" dei cavalli di proprietà privata. Presso il centro si tenevano corsi, saggi, gare, sia per esperti che per giovani allievi. Chiudeva, l’articolo, con l’auspicio che la scuola, vanto della Capitanata in tutta la nazione, continuasse a essere tenuta in debito conto dai foggiani…

PIAZZA CAVOUR. E passiamo a un altro “ricorso” storico. Parliamo della nostra amatissima Piazza Cavour e delle problematiche connesse alla circolazione stradale in tale sito. Sappiamo tutti come questo argomento sia all’ordine del giorno a causa della sola paventata possibilità di realizzare delle aiuole e piccole rotatorie per meglio disciplinare e incanalare il traffico. La cosa, è noto, ha provocato levate di scudi, girotondi e, come sempre, diviso la città tra chi è pro e chi contro tali installazioni. Ebbene, cari lettori, analoga situazione (come un déjà vu) si verificava spesso anche nel passato, riguardo alla circolazione in Piazza Cavour. Il 7 maggio del 1967, per esempio, il “Foglietto”, a proposito della circolazione nella Piazza riportava questo articolo a caratteri cubitali: “Uno sconcio da eliminare: la circolazione in piazza Cavour". Nel concreto si sollecitava l’amministrazione pubblica del tempo a rivedere i flussi circolatori nella storica piazza, in particolare per l’impianto semaforico. Accanto ai due esistenti all’imbocco del Viale della Stazione e di Via Lanza, per modo che opportunamente sincronizzati tra loro, evitassero doppie o triple soste, lunghe file e inquinamento. In verità l’articolo suggeriva una soluzione alternativa che, ove non fossi tacciato di utopia, mi sentirei di condividere ancora oggi: quella di far dirigere il traffico nella piazza da un vigile urbano, in livrea bianca, dalla sommità di una pedana nei pressi della fontana. Potrebbe essere una soluzione, oggi, no? 

IL GINO LISA. Chiudiamo questo excursus sui corsi e ricorsi storici nostrani, con una nota relativa a quella che può dirsi “la spina nel cuore di noi foggiani" (in verità le spine sarebbero tante ma questa punge di più). Parliamo dello storico avioscalo del Gino Lisa. Ho già avuto modo di raccontarvi di come, in un passato nemmeno lontanissimo, il Lisa fosse stato regolarmente funzionante e aperto ai voli civili, grazie alle primarie compagnie aeree dell’ATI e ITAVIA, che collegavano Foggia, a volte direttamente, altre con scali intermedi, con Roma, Bari, Pescara, Bologna, Torino e Milano. Ebbene, dovete sapere, che sin da subito dopo la fine della guerra, durante la quale, per alterne vicende legate alle vicissitudini belliche, lo scalo foggiano fu al centro dei collegamenti aerei, utilizzati dai belligeranti, da piu’ parti si voleva, si sollecitava e si guardava a Foggia come un aeroporto di livello addirittura internazionale. Moltissimi furono gli articoli dedicati allo sclo foggiano. Tra questi ve ne cito uno del 16 gennaio 1958, tratto dal solito “Foglietto”, che ci racconta del “Riconoscimento da parte del Ministero della Difesa- Aeronautica”, il quale, a seguito delle sollecitazioni dell’Aero club “Vito Petruzzelli”, dichiarava “il medesimo aeroporto aperto al traffico civile turistico nazionale”. Il Petruzzelli, peraltro, aveva già avviato i voli seppure scolastici e per i brevetti da pilota, con i suoi aerei privati. La notizia venne appresa, scrive l’articolista, con “grande soddisfazione dalla cittadinanza che vedeva così realizzata una sua grande aspirazione”. Per chiudere questo doloroso capitolo della nostra storia “volatile” mi piace ricordare come già il 15 luglio del 1945, altro settimanale dell’epoca, Ricostruzione Dauna”, in un lungo editoriale scritto da tale Colonnello Giordano (alto ufficiale dell’aeronautica foggiana) si parlava regolarmente di Foggia come “centro naturale delle linee aeree internazionali”. L’articolo, molto lungo e dettagliato faceva riferimento appunto alle potenzialità e centralità del nostroo Gino Lisa nel ruolo dei trasporti aerei. 

IL CALCIO. E parliamo, infine, di calcio! E di che calcio... Il 21 novembre 1965 fu una domenica indimenticabile per i foggiani, non solo calciofoli, perché fu la coronazione di una settimana di attesa e festa che coinvolse, per la prima volta in assoluto tutta la città. Si gioco’, infatti, quel giorno, il primo derby del sud tra Foggia e Napoli. Il Foggia di mister Rubino partecipava al suo secondo campionato assoluto di serie A e per la prima volta nella storia incontrava i partenopei, appena risaliti in A dopo due stagioni di serie B. Era la 10^ giornata, il derby giocato terminò, purtroppo, con la vittoria del Napoli per 1 a 0, con rete di Girardi, ma con una grande vittoria per tutta la città per quel giorno di festa tanto atteso. Quante emozioni, raccontano i giornali sportivi e non dell’epoca, racchiuse in quel derby. I suoi preparativi videro impegnata tutta la città per diversi giorni. Per alcuni il derby venne definito come il Festival della Rinascita del Meridione. Nei bus, nei bar, club, cinema, nei negozi, nei luoghi di lavoro, per le strade e in tutte le case non si parlava di altro e si attendeva con ansia quel 21 novembre. Foggia si preparava ad accogliere non “il Napoli, come diceva l’articolo, ma Napoli!”: perché sarebbe stata una città intera ad invadere Foggia. “Tante le persone che sarebbero venuti da tutti i rioni del capoluogo campano: quelli di Mergellina, di Caracciolo, del Vomero e del Rione Carita’,. Ci saranno i “ciucciarelli”, i trc trac, stendardi, bandiere petardi e tanto ancora”. E Foggia preparava grandi festeggiamenti per questi “ospiti”. Inutile dire che i biglietti andarono tutti esautiri nel giro di pochissime ore. Della partita, nella cornice dello Zaccheria verstito dei colori Rossoneri e Azzurro, fece parte Nocera, recuperato da un infortunio e i satanelli ce la misero tutta per concquistare almeno un pareggio ma, alla fine, fu comunque un tripudio di festa e di sport, vissuto in tutta tranquillità grazie anche alla superba collaborazione tra autorità locali, sindaco e questore che misero a punto un servizio d’ordine di primo livello.
(Salvatore Aiezza)

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di Redazione 


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