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Quando Foggia era "una piccola Milano..." STORIA E TRADIZIONI/LA RUBRICA

I racconti e i ricordi a cura di Salvatore Aiezza

Una “piccola Milano…” Così, da un punto di vista di vivacità commerciale e per numero di locali ed attività economiche potremmo definire Foggia, o almeno tutta la zona centrale: da Via Arpi a Corso Vittorio Emanuele; Viale XXIV Maggio , Corso Giannone e Corso Roma, nel periodo tra gli anni della rinascita del dopoguerra e gli anni 80. Una città vivissima; piena di negozi, attività in costante aumento, strade illuminate da insegne e vetrine, gente a passeggio per le strade più importanti: insomma una Foggia, se non proprio “da bere”…quanto meno da.. ”sorseggiare..!” Andiamo, allora, alla scoperta di alcuni locali (molti ma, certamente, non tutti) ed attività che tanti di noi ricorderanno ancora con un po’ di nostalgia e, i più, giovani, ne apprenderanno la loro esistenza. Buona lettura, con la rubrica curata da Salvatore Aiezza.

LA PASSSEGGIATA. Un “giro” per locali pubblici, attività e mercati, storici, della nostra città, oramai scomparsi. Capita a volte di vedere, in qualche locale o sui siti dedicati alla storia della nostra città, foto e cartoline di Foggia immortalata nel periodo immediatamente precedente la Seconda Guerra Mondiale o in quello successivo ad essa e sino agli anni 70-80. La riflessione immediata che ci viene da fare è che Foggia era davvero una bella città: ordinata, con tanti palazzi d’epoca e tanti accorsati negozi e locali pubblici. In Piazza Giordano, per esempio, in corrispondenza della confluenza di Corso Cairoli e Corso V Emanuele, c’era persino la “torretta” per il Vigile Urbano che, in elegante divisa bianca, dirigeva il traffico. Pensate a quale sviluppo ebbe Foggia tra la fine della guerra e gli anni 60, che in un articolo del “Corriere di Foggia ci si lamentava, addirittura, dell’elevato numero di Locali pubblici e bar (addirittura 9) in poche centinaia di metri, tra P.zza Cavour e il Viale, tanto da invocare l’applicazione di regolamenti che limitassero in qualche modo il crescente numero di Caffe’. 
 Negli anni del boom economico anche a Foggia le grandi e luminose insegne pubblicitarie dei grandi magazzini, degli hotel e delle marche più accorsate di prodotti commerciali davano vita e movimento a tutto il centro cittadino: in particolare Corso Cairoli sembrava davvero il centro di Roma per numero di attività, locali pubblici e insegne luminose “Standa”, “Campari”, “Gangia” “Varese” “Albergo Napoli” “Hotel Roma”, “Hotel Moderno”, “Omsa”, “Longines”, la pubblicità delle autolinee che allora avevano il “terminal” in Piazza San Francesco, erano solo alcune di esse. 
 Nel centro cittadino
vi erano poi numerosi locali frequentati dalla “Foggia bene” dell’epoca ma anche da semplici cittadini. Molti di questi esercizi nacquero prima della guerra e chiusero la loro attività dopo i bombardamenti, dai quali non si ripresero. Altri invece hanno continuato a svolgere il loro servizio quasi sino ai giorni nostri. I più anziani ricorderanno il celebre ristorante “Lanza”, ubicato nell’omonima piazza, dove un pranzo completo costava poco meno di 2 lire. In Corso V. Emanuele si trovava la famosissima e accorsata Gelateria Bar “Norge”, completamente distrutta dalle bombe del ‘43. Il “Norge” era un bar rinomato, apprezzato e di classe dove si gustavano la migliore cioccolata in tazza ed un caffé cremoso il cui profumo invadeva anche il Corso. Era meta obbligata durante le passeggiate o nelle pause lavorative. Grandi e bambini andavano letteralmente pazzi per gli squisiti dolcetti, i gelati, le ottime cassate e i semifreddi da asporto che si vendevano in contenitori che si lasciavano gelare nei frigoriferi e, per aprirli, era necessario passarli sotto l’acqua. 
 Nel 1937 nacque pure la storica gelateria “Sottozero” la cui pasticceria ha da sempre concluso i pranzi festivi di moltissime famiglie foggiane ed i suoi gelati accompagnato gli “strusci” per le vie del centro. All’interno della Stazione ferroviaria era funzionante l’elegante e accorsato “Buffet Stazione”: ristorante e bar gestito dalla famiglia Sarti, pionieri della ristorazione e della ospitalità alberghiera a Foggia. Elegantemente arredato, il locale offriva un pranzo completo che poteva costare 9 lire, mentre per un cestino da viaggio se ne pagavano 6,50. Uno dei fratelli Sarti diventò un grande portiere della squadra del Foggia di quegli anni, ricercato anche da molti clubs di serie A. Con tanta nostalgia ricordiamo tutti un altro storico bar, da molti ritenuto il migliore di Foggia e che ha chiuso i battenti da qualche anno, il “Bar Cavour”, luogo di incontro e appuntamento per intere generazioni. “Ci vediamo al Cavour” era una delle frasi più gettonate all’epoca tra i foggiani. Mi piace ancora ricordare la “Pasticceria gelateria di Aniello Farina”, in Corso Vittorio Emanuele, inaugurata dal 1889 e attiva sino agli inizi degli anni Trenta. Così come la storica “Farmacia Accettulli” - la sua apertura risale addirittura alla seconda metà dell’800 - che aveva la sede in Piazza XX Settembre, sull’angolo che da’ in Via Nicola Parisi. Di questa farmacia, che chiuse nel 1929, sui banchi dei venditori di antiquariato è possibile ritrovare ancora oggetti che riportano lo stemma e che oggi possiamo vedere sull’angolo del palazzotto che ospitava un tempo l’attività. 
 Lo stemma, oltre all’anno del presumibile avvio dell’attività (1877), riporta il motto “Lavoro e Perseveranza”. Pensate che questa farmacia costruiva in proprio anche i contenitori di vetro per i preparati galenici e quanto di necessità. In centro vi erano anche I Grandi Magazzini GET, di Luigi Tolve, in attività sino agli inizi degli anni ’70, occupavano il pianterreno ed il primo piano di un palazzo nobiliare di Corso Cairoli, angolo Piazza Marconi. Era, insieme alla Standa, un luogo dove si poteva trovare di tutto. Negli anni ‘70 venne “abbattuto” insieme allo storico palazzo che lo ospitava per far posto, come sempre, ad un antiestetico e moderno palazzone. Non dimentichiamo poi i grandi alberghi, che hanno dato vanto e lustro alla città. Il Grand Hotel “Cicolella” (ancora oggi in attività) e l’Hotel “Sarti”. Insieme alle rinomate e frequentatissime sale cinematografiche:“Flagella”, “Cicolella”, “Capitol”; al Cine-Teatro “Ariston”, strutture che rendevano un vero salotto quel magnifico Viale XXIV Maggio e le vie intorno ad esso; pullulanti di gente di ogni età che passeggiavano guardando le vetrine dei tanti negozi che allora insistevano sul viale, o attendevano, specie nei giorni nei quali vi erano le “prime”, di entrare nel cinematografi. Con la chiusura di gran parte di queste attività si è perso il ricordo di quello che hanno rappresentato i luoghi di ritrovo per migliaia di foggiani della mia generazione. 
 Era, dunque, Foggia, una città piena di vita ed economicamente in crescita; pensate che nei periodi che precedevano le festività più importanti, i maggiori quotidiani locali: dalla Gazzetta, al Gazzettino Dauno, al Corriere di Foggia, il Foglietto, uscivano con numerose pagine dedicate interamente alla pubblicità delle varie ditte. Tra le tante ci piace ricordare: la Ditta Capobianchi & Tiberini , uno degli ingrossi per alimentari più grandi, con sede in Via Trieste; sempre sul Viale e intorno alla zona stazione, a testimonianza di una grande vitalità, si trovava un grande negozio di mobili ed elettrodomestici: La ditta Saldest; per non dimenticare l’Ideal Bar, sullo stesso Viale; il Bar Rocco, che ha da pochi mesi chiuso i battenti, Poi i negozi dei F.lli Ulivieri, dei F.lli Cangelli, in centro, il Bar Cicinella su Corso Garibaldi, il Bar Sottozero, il primo, in Via Cirillo e tantissimi altri.
  Per i più giovani, c’era di che sbizzarrirsi, tra i negozi di abbigliamento all’ultima moda come: Petronio, su Via Lanza; Jeans West, in Corso Giannone e, per i piu’ sportivi, De Costanzo. Nessuna mamma e nonna potrà poi dimenticare il negozio, per antonomasia, che vestiva tanti bambini di allora: “La Cicogna”, in pieno Corso Vittorio Emanuela. La qualità, bellezza e originalità dell’abbigliamento per i piccoli erano indiscutibili. Gli amanti della musica poi, trovavano gli ultimi successi o i grandi brani musicali, rigorosamente in vinile, tra le copertine dei 45 e 33 giri che riempivano gli scaffali del Discobolo, in Corso Giannone; la Casa del disco sul Viale della stazione; Auditorium, in Via Pesola. Insomma c’era di che scegliere. Al pari di noi giovanotti, del tempo, però, anche le nostre mamme e nonne avevano il loro luogo di ritrovo abituale. Parliamo dello storico mercato coperto, centralissimo, di Piazza Mercato; alle spalle di Via Arpi. Lì si percepiva in maniera palpabile la “foggianità” più vera: venditori che facevano a gara per pubblicizzare i prodotti della nostra terra e del nostro mare con il solo ausilio della loro squillante voce, venduti sotto la tettoia che ricopriva i generosi banchi, ordinati e puliti; le donne - come un rito antico al quale non si poteva mancare - con i loro carrellini (le buste di plastica non esistevano) ogni mattina percorrevano in lungo e in largo l’area mercatale, zig zagando tra le bancarelle o visitando i negozi che riempivano i locali adiacenti il mercato. Si conoscevano praticamente tutti. In molti casi tra gli ambulanti e le avventrici si instauravano “urlate” trattative, in lingua rigorosamente dialettale,per spuntare un prezzo vantaggioso o improvvisavano “diverbi” sulla genuinità o freschezza di un prodotto. Inutile aggiungere che il mercato rappresentava anche una occasione, diciamo cosi’, di convivialità tra le tante donne che lo frequentavano e una sorta di “canale” preferenziale per dare o ricevere notizie e pettegolezzi vari. 
 E poi come dimenticare gli odori, i profumi, i colori caratteristici di quel luogo! Luogo che, forse molti lo hanno dimenticato, fungeva anche da traino per il commercio e la vitalità di tutta la zona di Via Arpi, tant’è che sino a quando il mercato era funzionante e anche grazie ad esso, tutta l’antica “Testa di cavallo” non soffriva di quella grave crisi economica e strutturale nella quale vive oggi. Un pezzo di storia foggiana, dunque, è miseramente scomparso da quando, nel 2002, venne inaugurato il “trenino”, la fantomatica e misteriosa struttura rimasta desolatamente inutilizzata e preda di vandali che l’hanno depredata di tutto.
 Più recentemente - e saranno molti a ricordarlo - altri storici negozi hanno chiuso da qualche decennio i battenti, come il grande negozio degli Zobel in Corso Roma, “Ricciardi Calzature”, che occupava tutto l’angolo tra Via Tugini e Via Matteotti . Poi ancora il grande negozio di abbigliamento di “Amedeo Tessuti” su Via Bari, accorsato e frequentato soprattutto da professionisti e pubblici dipendenti anche per la possibilità offerta dal suo titolare di acquistare i capi dilazionando i pagamenti mensilmente; così, ogni fine mese, fatti i conti al centesimo delle spese da detrarre dallo stipendio, si cercava di portare qualcosa ad Amedeo, il quale aveva tutto segnato su un blocchetto e provvedeva ad aggiornare i conti (e badate che si faceva tutto senza cambiali o assegni perché c’era un sincero rapporto di stima e fiducia reciproco). C’erano poi i negozi delle grandi marche che insistevano su Corso Vittorio Emanuele: “Leopoldina”, “Varese”, “Phildar” e tanti altri che davvero “illuminavano” la nostra bella Foggia. Chiudiamo questa “passeggiata” tra i locali storici della nostra città, nella consapevolezza che oltre a quelli citati ve ne erano tanti altri, col ricordo di una delle sale da barba più famose di Foggia, il mitico salone dei “F.lli Mangano”, situato nella centralissima Piazza Cavour, al civico 5, a giusta ragione considerato da molti uno degli esempi della rinascita della città. La sala era nata nel 1944, in piena occupazione alleata. Frequentata da tutti i notabili, professionisti e funzionari dello Stato, era anche il locale dove - oltre a radersi e “aggiustarsi” i capelli - si discuteva dei problemi e delle aspettative della città. 
 Caratteristica era la presenza, di fronte alla sala, di tanti “sciuscià” nostrani: ragazzini che pulivano e lustravano gli scarponi dei soldati inglesi e americani di passaggio in cambio di spiccioli e beni alimentari. Col trascorrere degli anni, il panorama è, purtroppo, desolatamente mutato. I grandi magazzini (GET, Standa, Upim ecc.) e tanti di quelle attività che abbiamo visto, hanno da tempo chiuso i battenti. Molti palazzi antichi sono stati purtroppo abbattuti e non si è nemmeno tentato, come avvenuto altrove, di recuperare e restaurare perlomeno quei palazzi dell’800 e inizio 900 che non avevano subìto danni irreversibili dai bombardamenti. Una selvaggia e speculativa opera di ricostruzione - effettuata senza una regolamentazione che imponesse, almeno, di costruire edifici con lo stesso stile, altezza e architettura - ha alterato per sempre un centro storico invidiato da molti. I nuovi edifici, sorti al posto dei palazzi abbattuti, oltre a stravolgere il centro cittadino, in molti casi hanno “tagliato” la visuale e il panorama che si poteva osservare in precedenza. In molti ricorderanno, per esempio,il bellissimo panorama, vanto della nostra città, che si poteva godere prima della costruzione del palazzo detto della “Fondiaria” nella centralissima Piazza Cavour, e cosi’ chiamato per via della grande insegna che pubblicizzava la sede della assicurazione. Per costruirlo, nel 1970, venne infatti abbattuto lo splendido e storico Palazzo Mandara.. che non siamo stati capaci, insieme a molti altri, di conservare. Pensate che prima del suo abbattimento, dalla Stazione di Foggia si poteva vedere il Viale della Stazione, Piazza Cavour e tutto Corso Giannone, sino all’Istituto “Maria Grazia Barone”. Meraviglioso. Oggi lo ricordano, solo le cartoline illustrate dell’epoca.
(a cura di Salvatore Aiezza)

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