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Una banda criminale con cassa comune e che faceva da "ufficio di collocamento" per nuove leve

I Carabinieri di Foggia hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP presso il Tribunale di Foggia, su richiesta della locale Procura della Repubblica, a carico di nove foggiani, accusati dei reati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di  furti, rapine, ricettazione e riciclaggio.

I NOMI. A finire in manette sono stati: Ciro Albanese, classe ‘92, Luciano Giosuè Carducci, classe ‘91, Leonardo Ciavarella, classe ‘95, Domenico Guerrieri, classe ‘94, Marco Guerrieri, classe ‘97, Matteo Bruno, classe ‘92, Gianluca Bruno, classe ‘86, Vincenzo Bruno, classe ‘84, Giuseppe Calabrese, classe ‘78.

LE ACCUSE. I nove uomini sono tutti indagati per il reato di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di numerosi delitti contro il patrimonio, in particolare Leonardo Ciavarella e Domenico Guerrieri in qualità di promotori e organizzatori e gli altri come partecipi. Per la commissione dei delitti i sodali utilizzavano mezzi in comune, fornendosi supporto reciproco in caso di bisogno e dividendo tra di loro quanto ricavato dai reati commessi, ideando persino una “cassa comune” per far fronte a eventi imprevedibili, come ad esempio il pagamento di spese legali.

LE INDAGINI. L’attività di indagine, condotta dai Carabinieri di Foggia con metodi tradizionali, ma anche mediante numerose intercettazioni telefoniche e ambientali,  è iniziata a seguito dell’arresto di Rocco Moretti, nipote dell’omonimo capo della batteria “Moretti - Pellegrino - Lanza” appartenente alla “Società Foggiana”, ritenuto responsabile di due rapine commesse nel mese di gennaio 2016 ai danni di un bar e un centro scommesse. Proprio approfondendo i contatti avuti da Rocco Moretti prima e dopo il suo arresto, si è riuscitia ricostruire il gruppo criminale disarticolato con la presente operazione, infatti il Moretti era molto legato a Leonardo Ciavarella e Domenico Guerrieri, ai quali mandava spesso i saluti tramite i familiari che lo andavano a trovare in carcere.

I REATI. Le investigazioni hanno permesso di appurare che l’associazione aveva lo scopo di commettere rapine o furti ad attività commerciali, furti di autovetture da utilizzare per caricare la merce sottratta o la ricettazione delle stesse o ancora la realizzazione di estorsioni col metodo del c.d. cavallo di ritorno. I membri dell’associazione, i quali non svolgono alcuna attività lavorativa lecita, in diverse conversazioni intercettate dichiarano con soddisfazione di essere una “squadra forte” e addirittura che il loro luogo di ritrovo sembra “un ufficio di collocamento” ove reclutare nuove leve.

I FURTI. Oltre ai numerosi reati progettati e poi non portati a termine per motivi vari, come la presenza di servizi preventivi opportunamente predisposti, le indagini hanno consentito di raccogliere elementi di colpevolezza a carico degli indagati per un furto di prodotti per parrucchieri per il valore di circa 10.000 euro ai danni di una profumeria, mediante rottura della serranda e della porta di ingresso, un furto di capi di abbigliamento per circa 40.000 euro previo danneggiamento della serranda e della vetrina, un furto di capi di abbigliamento per circa 3.000 euro commesso dopo aver sfondato con un tombino la vetrata di un negozio. Inoltre gli stessi sono accusati del furto di una Y10, la ricettazione di una Fiat Croma, il furto di 2 motocicli dall’interno di un box, la ricettazione di una Lancia Dedra rubata, il riciclaggio di una Ford Fiesta rubata, alla quale era stato alterato il numero di telaio.

IL COMMENTO SUI SOCIAL. I reati contestati sono stati tutti commessi tra i mesi di marzo e di giugno del 2016. Infine viene contestato agli indagati il reato di danneggiamento di una Fiat 500, che veniva letteralmente cappottata mentre era parcheggiata sulla pubblica via. Tale gesto era stato messo in atto per punire il proprietario della vettura, il quale aveva osato commentare sfavorevolmente su un social network la notizia relativa al furto alla profumeria. Gli arrestati sono stati associati presso la casa circondariale di Foggia.

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di Redazione 


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