Non solo allo Zaccheria, ecco dove sono le altre "gradinate" di Foggia
Lo storico Calvanese definì Foggia "epidropolis" e dissestata, fondata cioè sulle acque e a causa della natura del terreno, non sempre razionalmente coltivato, si alzò il suolo antico della gran fossa. Del resto, Il nome con cui veniva anticamente chiamata la città era "Fovea" e anche altri storici, come Manerba e Minervino, condivisero in pieno che Foggia sarebbe stata edificata in una "gran cava', cioè in una grande fossa pianeggiante, bassa e interrata, a livello delle acque di cui pur abbonda il nostro sottosuolo.
IL DEFLUSSO DELL'ACQUA. Da qui, la volontà di elencare le "gradinate" presenti in città. La gradinata che scende da piazza Mercato a via Zingani, gradinata di Vico Pietà, da piazza Nigri a Vico Pietà, gradinata di Vico Corridoio, da piazza Mercato a via Manzoni, gradinata dietro le Marcelline, da via Fuiani a via Calvello, gradinata dell'arco di San Michele, da via Le Maestre a via Mele, gradinata che degrada da palazzo Figliolia a piazza Pianara, da via Civitella a via Ricciardi, da piazza de Carolis a via Le Maestre, il dislivello di corso Cairoli e Vico Falce, Vico Perrone verso via Vulcano. Poi una non presente nel centro storico è la gradinata dell'arco Consalvo via San Lorenzo. Il suolo antico dunque è una grande fossa, come è dimostrato dalle gradinate di lieve salita per accedere nel centro storico e dal fossato che permetteva, più che un argine di difesa da un attacco ostile, un deflusso più o meno regolare delle acque piovane. (A cura di Ettore Braglia)
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