LE QUERELE. “Riguardo alla presunta gestione "clientelare" e ai casi specifici sollevati dai sindacati, che forse mal sopportano una gestione che ha come unico obiettivo quello di riportare Foggia e la gestione dei rifiuti e dell'igiene urbana su standard accettabili e competitivi, lasceremo parlare gli avvocati, perché tali affermazioni altra risposta non meritano se non quella delle querele”. Una risposta forte, a cui l’azienda affianca anche considerazioni sull’esperienza maturata in quasi due anni e mezzo.
“BILANCIO SANO”. “Da quando Amiu Bari è intervenuta a Foggia a seguito del fallimento di Amica e, successivamente, con l'ingresso del Comune dauno come socio in Amiu – si legge in una nota -, l'azienda ha lavorato con ogni mezzo per risanare la situazione di una realtà che, è bene ricordarlo, era finita in stato di emergenza gravissima. Un lavoro che ha permesso di salvaguardare l'occupazione e di chiudere, per il secondo anno consecutivo e nonostante le tante difficoltà affrontate e all'orizzonte, in primis quella relativa all'emergenza discariche, con un bilancio sano, con utili che il Comune di Foggia potrà investire a favore dei cittadini, ottenuti comunque senza mai gravare sulla qualità dei servizi”.
LA DIFFERENZIATA. Infine, un rischiamo alle criticità. “Certo, il risanamento economico, finanziario e del servizio è un cammino complicato, che ha dei punti ancora decisamente migliorabili, come nel caso della raccolta differenziata. Ma l'azienda ha un programma e intende seguirlo, d'intesa con l'amministrazione comunale, forte di una situazione economica stabile e finalmente solida, che permetterà di procedere senza indugi verso il completamento del piano di rilancio”, concludono dall’Amiu.
I contenuti dei commenti rappresentano il punto di vista dell'autore, che se ne assume tutte le responsabilità. La redazione si riserva il diritto di conservare i dati identificativi, la data, l'ora e indirizzo IP al fine di consegnarli, dietro richiesta, alle autorità competenti. La Corte di Cassazione, Sezione V, con sentenza n. 44126 del 29.11.2011, nega la possibilità di estendere alle pubblicazioni on-line la disciplina penale prevista per le pubblicazioni cartacee. Nello specifico le testate giornalistiche online (e i rispettivi direttori) non sono responsabili per i commenti diffamatori pubblicati dai lettori poichè è "impossibile impedire preventivamente la pubblicazione di commenti diffamatori". Ciò premesso, la redazione comunque si riserva il diritto di rimuovere, senza preavviso, commenti diffamatori e/o calunniosi, volgari e/o lesivi, che contengano messaggi promozionali politici e/o pubblicitari, che utilizzino un linguaggio scurrile.Riproduzione Riservata.