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Quando Giovanni Verga passò da Foggia: tra amore e briganti, i racconti su "Certi argomenti"

Il contributo storico - letterario di Ettore Braglia

Il grande romanziere siciliano, Giovanni Verga famoso autore di “Storia di una Capinera”, “Mastro Don Gesualdo” e del celebre dramma “La Cavalleria Rusticana” musicata da Mascagni, si recava spesso a Firenze. E poi, dopo questi viaggi via Napoli, sostò in provincia ma specialmente a Foggia e Bovino, dove immaginò - o venne coinvolto davvero - un'avventura eroico-amorosa, che descrive in una delle sue novelle, dal titolo “Certi Argomenti!”. 

IL VALLO DI BOVINO. Le vicende della novella si svolgono a Napoli, Bovino, Foggia intorno al 1860-65, prima che fosse terminata la strada ferrata. Era l’epoca in cui le gesta terribili dei briganti che operavano nel Vallo di Bovino, avevano varcato gli oceani. Il vallo di Bovino - una foresta densa di carpini, querce, ippocastani, tamarici che traboccava nella valle, fino sulle sponde del Cervaro e, seguita la gola per molti chilometri, fino alla stazione di Ariano Irpino -, era il campo vasto e ideale per le gesta dei banditi. La scena principale del racconto del Verga si svolge approssimativamente nell’attuale masseria “Damiozza”, un fabbricato adagiato sulla sponda destra del torrente Cervaro, oltre la strada nazionale. 

IL RACCONTO. I protagonisti sono Assanti e la Del Colle. L’uomo, che è innamorato della donna, cerca l’avventura eroica per dimostrarle il suo affetto (e imbattendosi con Ciriani, suo rivale d’amore). Poco dopo Bovino, Assanti raggiunse le due carrozze con le quali viaggiava la Del Colle, ferme davanti a un casolare. Vi fu un trambusto indiavolato: grida di spavento, colpi di fucile, apparizioni di brutti ceffi, da terrorizzare anche gli uomini più coraggiosi. Assanti, che voleva diventare a tutti i costi eroe, si slancia allo sportello della vettura, afferra la donna come una bambina e con lei finisce nella stalla del casolare, dietro l’uscio, chiuso ermeticamente con una catasta di mobili, grossi ciocchi di quercia e tutto ciò che si trovava a portata di mani. I briganti, fuori, sono piombati in un mutismo sospetto. Si preparano all’assalto. Assanti che sta per capitolare scorge - alla luce dei fanali della carrozza che mandavano attraverso le fessure dell’uscio, un tenue bagliore in fondo all’ambiente nel quale sono asserragliati -, una scala di pioli, che immette attraverso una botola spalancata sotto la volta del fienile soprastante.

IN SALVO. A questo punto Verga descrive con impareggiabile efficacia la battaglia tra i briganti assalitori e Assanti, mentre giunge da Bovino una pattuglia di carabinieri alla vista dei quali i briganti abbandonano il campo. Gli amanti furono salvi e ripararono a Bovino. Il grande scrittore siciliano ha sostato a Bovino per parecchi giorni, dopo una lunga sosta a Foggia. Con il progresso si ebbe la ferrovia e con questa la definitiva sconfitta del brigantaggio. La posizione geografica del luogo richiamava malandrini e grassatori che infamarono per un lunghissimo periodo di tempo le nostre belle contrade, abitate da quella gente laboriosa e onesta e ancora oggi da esempio di disciplina.
(di Ettore Braglia)
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di Redazione 


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