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L'Istituto Zooprofilattico compie 90 anni, un convegno sulle attività svolte e gli obiettivi futuri

“Una occasione per raccontare il nostro lavoro e sottolineare l’impegno e la coerenza di quanto realizzato con la nostra missione nei confronti del territorio regionale e nazionale. Un momento di incontro per fare un bilancio di una storia fatta di donne e uomini che, con dedizione e senso del dovere, sono stati attori di un esempio di buona sanità al servizio del cittadino”. E’ quanto affermato dal direttore generale dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Puglia e Basilicata, Antonio Fasanella, nel corso del convegno istituzionale svoltosi a Palazzo Dogana in occasione dei novant’anni dell’ente.

GLI OSPITI. All’incontro hanno inoltre perso parte l’assessore all’Agricoltura della Regione Basilicata, Francesco Pietrantuono; la responsabile scientifica del Ministero della Salute, Marina Bagni; il ricercatore dell’Izs Marco Iammarino nonché il presidente della Provincia di Foggia, Francesco Miglio; l’assessore regionale al Bilancio, Raffaele Piemontese e il sindaco di Foggia, Franco Landella.

DA ENTE INUTILE AD ECCELLENZA. “Dalla sua nascita l’Istituto ha attraversato momenti difficili come quello in cui fu definito ente inutile fino alla sua rivalutazione a Ente Sanitario di diritto pubblico che lo ha definitivamente allocato tra le eccellenze del Servizio Sanitario Nazionale – ha spiegato Fasanella – Da questo punto di vista, il personale dell’Izs conserva viva la percezione di un compito alto e impegnativo da perseguire ogni giorno. Assicurare l’attività istituzionale, intervenire nelle emergenze sanitarie, favorire con la formazione l’inserimento dei giovani laureati nel mondo del lavoro, sviluppare la ricerca applicata su tematiche sanitarie, assistere e sostenere l’economia agroalimentare di Puglia e Basilicata, affrontare le nuove tematiche ambientali, preservare la salute e il benessere della persona sono le nostre mission e il bilancio che possiamo tracciare rispetto a ciò è oltremodo positivo”.

I DATI. Il direttore generale dell’Izs, si è poi soffermato sui numeri delle attività dello Zooprofilattico: “per l’Istituto l’attività istituzionale è passata da 180 prove accreditate del 2004 a ben 468 nel 2017. Per quanto riguarda l’attività di diagnosi su campioni animali, solo nel 2017, sono stati recapitati presso i nostri laboratori  ben 23.066 campioni su cui sono state effettuate 31.878 analisi. Nel settore della sicurezza alimentare, sommando i diversi settori (chimico, tossicologico e microbiologico parassitario) il totale dei campioni esaminati è stati di 11.589 per un totale di 19.225 analisi. E infine nel settore della diagnosi sierologica, nel solo anno 2017, sono state effettuate 1.222.120 analisi”.

CARENZA DI PERSONALE. Attenzione anche alla questione relativa ai dipendenti: “se da un lato si offre all’esterno l’immagine di un Istituto efficiente e di una eccellenza scientifica al passo con le nuove tecnologie, dobbiamo purtroppo denunciare la grave e cronica carenza del personale. L’Istituto, al 31 dicembre 2017 contava su 166 dipendenti a tempo indeterminato e su 101 precari (tempo determinato, borsisti, interinale, ecc.) i quali hanno garantito al territorio pugliese e lucano una attività istituzionale basata su ben 468 prove accreditate. Nel confronto con alcuni Istituti Zooprfilattici del Centro-Sud, vediamo che nonostante il numero di dipendenti più basso, l’Izs di Puglia e Basilicata garantisce una attività istituzionale alla pari con altri istituti. E se il numero dei dipendenti è già di per se preoccupante, preoccupa ancor di più quello relativo all’età anagrafica, soprattutto di quella dei dirigenti la cui media è di 57,27 anni. L’Istituto vive il paradosso che, da un lato, ha il dovere di garantire un servizio istituzionale che diventa ogni anno sempre più complesso, mentre dall’altro ha l’obbligo di rispettare la norma nazionale del 2006, che stabilisce che fino al 2020 la spesa per il personale deve essere progressivamente riportata al livello del 2004 meno l’1,4%. Questo significa che, pur possedendo le dovute risorse, non può adeguare il proprio personale con le assunzioni ne quelle a tempo indeterminato e purtroppo neanche quelle a tempo determinato proprio perché il margine di spesa è molto ridotto. Nel 2018, uno dei primi atti di questa direzione è stato quello di assumere a tempo indeterminato 10 tecnici di laboratorio e di dare vita a diversi contratti a tempo determinato (dirigenti e tecnici) ma questo ha solo in minima parte ridotto il gap”, ha concluso Fasanella.

POTENZIARE LE ATTIVITA’. “Il consiglio di amministrazione, nel corso dell’attività ricognitiva che ha fatto seguito alla sua nomina, ha potuto prendere atto del pregevole capitale umano e strumentale in dotazione all’Istituto – ha evidenziato il presidente dello Zooprofilattico, Agostino Sevi – Conseguentemente, ha inteso potenziarne le attività, privilegiando una programmazione di tipo strategico, che facesse discendere dagli obiettivi fissati dal cda i conseguenti stanziamenti di bilancio per produrre un piano della performance che contenesse obiettivi altamente sfidanti. Gli obiettivi strategici individuati dal cda hanno riguardato la trasparenza dell’azione politica e amministrativa; il potenziamento delle attività di ricerca in un’ottica di qualità e di attenzione al contesto internazionale; il miglioramento, l’ampliamento e la maggiore efficienza dei servizi resi al territorio; il potenziamento delle attività di formazione e informazione rivolte a tutti i portatori d’interessi. Il tutto, tenendo sempre ben presente la dimensione interregionale dell’Istituto, radicato in due territori, la Puglia e la Basilicata, che hanno problematiche comuni e al contempo peculiari che meritano uguale dignità ed attenzione”, concluso Agostino Sevi.

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di Redazione 


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