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L’Università di Foggia non rischia il fallimento

Il Rettore Volpe interviene per rassicurare

Giuliano Volpe, Rettore dell’Università degli Studi di Foggia, interviene con una nota per rassicurare sull'ipotesi di default o di commissariamento dell'Ateneo Dauno adombrata negli ultimi giorni.
In questi giorni numerosi organi di stampa hanno diffuso la notizia del tragico ulteriore taglio di 300 milioni al finanziamento statale delle Università, che fa seguito ai tagli degli scorsi anni. Alcuni giornali, e ieri anche il Tg3 nazionale, hanno, però, associato questa informazione e le giuste critiche a tale grave provvedimento ad una notizia infondata che rischia di creare un grave allarme tra i docenti e il personale tecnico-amministrativo ma, soprattutto, tra gli studenti e le famiglie. Si
è sostenuto, infatti, che numerose università sarebbero a rischio di default, di commissariamento e addirittura di chiusura.
Non si intende sottovalutare le difficoltà del sistema universitario provocati dalle ripetute decurtazioni finanziare e da altre misure, ma è necessario evitare il diffondersi di notizie infondate.
Quale università a maggiore rischio è stata indicata l’Università di Foggia, evidentemente sulla base del problematico rapporto tra le spese per il personale e le entrate, pari all’89,16%. Preme precisare innanzitutto che questo rapporto rappresenta il risultato ovvio del perverso meccanismo introdotto dal Ministro Profumo con il D.lgs. 49/2012, che definisce il rapporto tra le spese di personale e le entrate;  queste ultime sono costituite dal finanziamento statale, che è sempre più ridotto, e dalle tasse studentesche, che sono notoriamente molto variabili in Italia (media nazionale di € 982) e che a Foggia sono alquanto basse (media € 560), in ragione del problematico contesto socio-economico.
Tale meccanismo danneggia, infatti, in particolare le università meridionali e quelle poste in aree disagiate e conferma il progetto del Governo Monti, come di quello precedente, di costringere le università ad un aumento generalizzato delle tasse studentesche, proseguendo in una politica di progressivo disimpegno pubblico. Tutto questo mentre in altri paesi europei le tasse studentesche, già ora ben più basse di quelle italiane, stanno per essere ulteriormente ridotte o del tutto eliminate,
come ad esempio in Germania, a fronte di ulteriori massicci investimenti pubblici, per favorire le iscrizioni e l’aumento del numero dei laureati.
In Italia, invece, si riducono le immatricolazioni e cresce il triste primato europeo della più bassa percentuale di laureati.
In qualità di Rettore intendo smentire con forza quanto affermato a proposito del rischio di default dell’Università di Foggia. Nonostante abbia subito un taglio del finanziamento statale di oltre 5 milioni di euro negli ultimi anni quattro anni, e di ben 1,5 milioni solo dalla legge di stabilità, la nostra Università ha già approvato il bilancio preventivo per il 2013, che è ancora una volta in pareggio, senza un solo euro di debito, grazie alle nostre politiche di risparmio e di rigore e alla
nostra capacità di attrarre fondi e di utilizzare i finanziamenti europei, e al prezioso sostegno della Regione Puglia.
Fin dal 2008, quando cominciarono a profilarsi le difficoltà con i primi tagli imposti dal Ministro Tremonti, noi abbiamo adottato misure draconiane di risparmio e di rigore, affiancate a sostanziose politiche di investimento, soprattutto nelle infrastrutture.
Saranno certamente ancora molti nel 2013 i sacrifici e i disagi ma proseguiremo anche nella politica di investimenti, come dimostrano la prossima inaugurazione di molte nuove strutture, il Polo umanistico, la sede dei Dipartimenti e della Facoltà di Medicina, una nuova residenza studentesca, e come conferma l’avvio di altri progetti di ristrutturazione per la nuova sede del Dipartimento di Economia.
L’Università di Foggia non fallirà né nel 2013 né negli anni successivi!
E, ne sono certo, non falliranno neanche le altre università. Continueremo a lavorare per il bene dei nostri studenti e di questo territorio, e a conseguire ancora straordinari risultati nella formazione, nella ricerca, nell’internazionalizzazione, nel trasferimento tecnologico, ma anche nel rigore etico, nella trasparenza, nell’affermazione della legalità e della democrazia nel nostro Paese.

di Redazione 


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