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“La Magna Capitana”, i bibliotecari: “Siamo da rottamare?”

In un video-appello, il patrimonio della Biblioteca Provinciale: dal manoscritto di Boccaccio ai 58 lavoratori, per un servizio che rischia di finire

“Ho appena compiuto 40anni in questa sede di viale Michelangelo, ma sono nata 180 anni fa, mi chiamo la Magna Capitana, sono la Biblioteca Provinciale di Foggia”. Comincia così il video-appello girato e lanciato su youtube dai lavoratori di una delle più importanti sedi culturali nazionali che rischia, a causa della riforma introdotta dalla legge Delrio (n. 56 del 7 aprile 2014), di essere letteralmente smantellata (LEGGI I DETTAGLI). O, come nelle parole del direttore Franco Mercurio, rottamata.

30 MILA ISCRITTI, 250 MILA PRESTITI, 5 MILA METRI QUADRI. Trecentocinquantamila documenti, tra libri antichi e moderni, comprendendo tra questi i supporti informatici. I “fondi speciali”, l'area delle biblioteche private, i luoghi deputati alle conferenze, ai servizi d'informazione, la sala di narrativa moderna e contemporanea, forte dei suoi oltre 10 mila titoli. E ancora: film, musica, fumetti, progetti con i detenuti delle carceri, i giornali, i “libri parlanti”, tutti gli eventi di di risonanza nazionale, come “Colloquia” e il Festival per la letteratura per ragazzi Buck, con i tre piani interamente dedicati e frequentatissimi. Sono solo alcuni dei numeri e servizi messi in campo da “La Magna Capitana”, descritti nel video-appello e ben sintetizzabili in 30 mila iscritti e 240 mila prestiti negli ultimi dieci anni, grazie all'apporto di 58 dipendenti (34 a tempo pieno e 24 part-time, per un “parco cultura” di 5 mila metri quadrati). Un lavoro prezioso minato, oltre che dalla suddetta legge Delrio, anche dalla mancata legge di riordino delle funzioni spettante alla Regione Puglia.

DUE MILIONI E TRECENTOMILA EURO: “UN ONERE TROPPO GRANDE?”. “Per funzionare a pieno regime – dichiara nel video una funzionaria della Biblioteca – costiamo due milioni e trecentomila euro”. “Un onere troppo grande per la collettività, o forse – precisa il direttore Franco Mercurio – per la politica. A noi non interessa se dipenderemo dalla Provincia, dal Comune o dalla Regione – continua il direttore, sfogliando in favore di camera una delle rarità della Biblioteca: il manoscritto di Giovanni Boccaccio dedicato alla vita di Dante Alighieri – a noi interessa continuare questo servizio rivolto alla collettività”. Un compito che ha a che fare con la memoria, non solo locale ma italiana e, forse, europea.

GIOVANNI BOCCACCIO E' A FOGGIA. Ciò che conta infatti, al di là di ogni (mala o assurda) politica, è conservare perle preziose, proprio come il manoscritto di Boccaccio che, come ripete il direttore Mercurio, “è a Foggia”. Il rischio, pertanto, è che ,dopo cinquecento anni, la cattiva amministrazione politica e la mancanza di lungimiranza spostino altrove documenti di inestimabile valore come quel manoscritto firmato da uno dei padri della cultura nazionale, studiato e letto in tutto il mondo. E che con esso, smantellino anche quanto di buono prodotto nel territorio di Capitanata in difesa e in favore della cultura italiana.

di Alessandro Galano


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