Foggia calcio, "bonus fiducia" esaurito: per i tifosi non ci sono più "intoccabili"
La fortuna è che si torna in campo già martedì sera. L’incontro casalingo con il Fondi, infatti, riduce all’osso i tempi per i processi, le polemiche e le congetture. Domani è già vigilia di campionato, ma oggi è il momento della riflessione.
L’ATTEGGIAMENTO. Perché paradossalmente il pareggio di ieri a Reggio Calabria produce più ripercussioni sull’ambiente (già eccessivamente negativo prima del match) che sulla classifica: il Foggia si avvicina alla vetta, ora distante solo una lunghezza (in attesa del recupero tra Matera e Juve Stabia), ma il modo in cui è arrivato il punticino contro la squadra di Zeman jr è intollerabile. Lo ha sottolineato anche il tecnico rossonero a fine gara, parlando di “presunzione”. Da dove arrivi e chi l’abbia autorizzata, rimane un mistero. Ma le parole di Stroppa, forse per la prima volta, non sono tese a difendere la squadra. La considerazione impulsiva dell’allenatore rossonero dirotta anche le critiche dei tifosi sull’atteggiamento dei calciatori. Non è più (solo) il mister del Foggia nel mirino dei più pessimisti, ma – come mai finora in stagione – sembra finito anche il bonus di fiducia di cui fino a ieri giovavano gli “intoccabili”.
NIENTE “COCCOLE”. La prestazione irritante contro una mediocre Reggina diventa così uno spartiacque della stagione. Più del tonfo di Castellammare, più della trasferta di Pagani, il pari conquistato ieri sembra rappresentare il punto di non ritorno nel rapporto tra squadra, tifosi, tecnico e società. Non si può più sbagliare, anche perché la “presunzione” arriva dopo un summit post-partita con la Casertana, che sembrava aver illuminato i rossoneri. E invece, in campo non si è visto alcun effetto del vertice di domenica scorsa.
Bonus fiducia esaurito, pertanto: niente più ‘indispensabili’, niente più ‘viziati’, niente più idoli (e sull'esaltazione di alcuni anche i tifosi dovrebbero farsi un esame di coscienza). Perché a Foggia servono semplicemente dei calciatori. Del resto, il pubblico ha sempre saputo applaudire anche dopo una sconfitta, se in campo si è dato tutto. Appunto, tutto.
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