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MACCHEMUSICA/ Animatore, polistrumentista e cantautore: è Luca Giura, in arte Molla 

Ottava puntata per la rubrica di Foggia Città Aperta, “MACCHEMUSICA”, a cura di Simona Auciello e Alessandro Cavotta, per scoprire giovani talenti e conoscere artisti. 

L’ARTISTA. Cantautore pugliese classe ’83, Luca Giura in arte Molla ha aperto numerosi concerti di artisti come Afterhours, Caparezza, Africa Unite, Dente, Marco Notari, L’Aura, Giuliano Palma, Tiromancino, Brunori SAS. A novembre 2012 viene pubblicato su iTunes il suo primo singolo intitolato “7 di Novembre” sotto etichetta Auand Songs. A dicembre 2012 vince il Campus MEI, maratona organizzata presso il Demodè di Bari in occasione del Medimex. A giugno 2013 vince il contest di Aramini presentato da Red Ronnie presso il Roxy Bar di Bologna in occasione del Music Italy Show. Il 27 dicembre 2013 esce il suo primo disco da solista “Prendi Fiato” prodotto da Auand Songs di Marco Valente e promosso con il sostegno di Puglia Sounds Record. Con Lì il brano tratto dal suo album 365 (Auand Records), è stato finalista nella categoria nuove proposte al premio Lunezia, premio per promuovere il valore culturale e letterario delle canzoni italiane, con lo stesso brano si è aggiudicato anche il premio Cantautori Bitonto Suite. Ha vinto, per la sua capacità d’intrattenimento e per la presenza scenica, insieme ai Canova un anno a scuola di Mtv New Generation Campus. Ha aperto il loro ultimo concerto nella tappa barese al Demodè lo scorso 20 gennaio. 

L’ INTERVISTA. “Perché ti chiami Molla…!?”, dopo aver cantato questa parte della tua canzone, posso portela anche io come domanda. 
No, non è un imperativo. E’ una storia che risale al mio passato, quello prima di entrare in questo mondo bellissimo della musica. Prima di tutto questo ho fatto l’animatore nei villaggi e facendo un sacco di attività dal cabaret, alla chitarra, al piano bar, ai tornei di ping pong, mi chiamavano Molla, mi dicevano “Ma come fai a stare ovunque!?”, ovviamente questo nickname me lo sono portato nel mio mondo, perché diciamo che anche sul palco non sono statico, ecco. 
Dopo aver visto il tuo video di Barbie ’83, ho scoperto che Ken è stato lasciato per Dylan Dog. Quindi convivono? 
I
n Barbie ’83 convivono, precisamente sotto il tetto di casa mia, Dylan Dog e Barbie. Questo pezzo è il mio grande inizio come solista. Ottantatré è il mio anno di nascita e la casa di Barbie dell’83 era una grande rivoluzione. Aveva l’ascensore. Era enorme. Era avanti. E’ nata così questa canzone che parla di rinunce da fare per l’amore: cosa si è disposti a fare per l’altro. “Butto la mia collezione di Dylan Dog per fare entrare la casa di Barbie” è una sorta di rinuncia (metaforica) dei miei Dylan Dog, dico metaforica perché c’è chi a Bari va in giro a cercarli, scherzo ovviamente. In realtà era solo per spiegare che secondo me, per una grande storia d’amore, ci vogliono dei giusti compromessi, che non tutti sono disposti a fare. 
I nostri occhi sono il racconto di una nostalgia, “se sapremo dare ascolto ai nostri occhi”, c’è però una chicca dietro la storia del video, ce la vuoi raccontare? 
I nostri occhi è una canzone di un paio di anni fa. Fa parte del mio primo disco. E’ una canzone di una storia che è finita, però c’è sempre il ricordo di questi occhi che torneranno sempre, è una sorta di “Ci siamo lasciati…ma mai per sempre”. E’ particolare la storia dietro il videoclip. Un giorno lanciai un’idea carina sui social e scrissi: “Vuoi diventare regista di questo videoclip”, mi inventai questo giochino, adesso queste cose si chiamano contest. Mi inviarono una dozzina di video di risposta, tra i quali scelsi uno girato da un ragazzo di Bologna, con lui poi siamo diventati amici, si può dire fratelli. Ha girato questo video non sapendo che poi sarebbe diventato il video ufficiale su YouTube. Da questo giochino, è successa questa cosa meravigliosa. Poi l’ho mandato come videoclip ufficiale, MTV ci diede l’esclusiva per mandarlo e sono successe cose belle. 
Cosa avete trovato tu e Erica Mou in Via Brioschi 62?
 A Milano in via Brioschi, 62 c’era una casa che sognavo. Ho vissuto a Milano tre anni, sai che c’è sempre quella cosa di partire dalla Puglia con la valigia, cerchiamo successo. E’ stata un’esperienza bellissima. Milano la amo, la inserisco sempre nelle mie canzoni. In via Brioschi, 62, non scherzo, se andate esiste davvero, c’era questa casa bellissima dal costo un po’ eccessivo. Però decisi di vedere il bicchiere mezzo pieno, nacque la canzone che parla, appunto, di cosa prendere e cosa lasciare. Erica Mou faceva ancora parte della mia stessa etichetta discografica di Bisceglie, Auand Songs. Le ho fatto ascoltare un po’ di brani, e questa le piacque parecchio. Così in maniera molto spontanea, è nata questa collaborazione, come pure il video insieme, girato sotto casa mia. Video girato e montato interamente da me, è una cosa che mi piace fare e che continuo, per ora a fare. 
“Non tutti i giorni sono il 7 di novembre” canti nella tua canzone. Che si fa il 7 di novembre?
 
“Eh non lo so, voi che fate?” (ride). Il 7 novembre è una data simbolica, io l’ho attribuita al progettone dal nome Molla. Prima di questo progetto, provenivo da altre esperienze come cantante di una band e altro ancora. Il primo singolo che ha dato il via a “Molla” come artista, è proprio quella data, quindi per me quella canzone ha quel significato. E’ il mio secondo compleanno. Infatti sui social ogni 7 di novembre si scatena il #MollaBirthday. 

IL VIDEO.

GLI ARTISTI. Il ritornello della tua canzone 365 (che poi coincide col nome della nostra rubrica), è cantato nel video ufficiale da artisti che si trovavano lì per caso: per esempio Capovilla, Giò Sada e altri ancora. Raccontaci il backstage

“Macchemusica fai…ah è vero” potreste usarla come sigla, ve la incido di nuovo senza parolaccia, magari. Si, quella canzone ha cambiato un po’ tutto, dai brani di cui parlavamo prima, “I nostri occhi”, “Barbie ‘83”, quelli rappresentano un pezzo di vita, comunque il mio primo disco d’esordio. Però, da quando è uscita “Tre Sei Cinque” è successo qualcosa di ancora più bello, positivo, proprio un cambiamento a partire anche da quel video. Era Pasquetta 2017, ero all’Eremo (un locale nel barese), e con la mia videocamera, chiesi l’autorizzazione ai proprietari per girare una clip, dopo l’ok, tutto ciò che avevo in mente di fare, lo feci. Per quella circostanza suonava Il Teatro Degli Orrori proprio lì, così decisi di fermare Capovilla, c’era anche Giò Sada, fermai anche lui, c’era persino il corista di Caparezza, anche lui nel video, e poi protagonista indiscusso c’era Johnatan Pappolla, un’artista pugliese dalla creatività in esubero, un illustratore, musicista, un dj pazzoide, ha rappresentato Molla in quella canzone. E’ successo di tutto in quel videoclip, prima di allora non aveva fatto mai l’attore, ci siamo divertiti un sacco.

di Redazione 


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