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Manifesto selvaggio, coperti i 6x3 dell'Università: "Segnali di inciviltà dai politici che si candidano a governarci"

A lamentarsi per il ‘manifesto selvaggio’ era stata anche la Caritas (LEGGI: Manifesti abusivi, nessuna pietà nemmeno per la Caritas...). Ora, contro questo malcostume, arriva la protesta dell’Università di Foggia. Alcuni manifesti della nuova Campagna di Comunicazione dell'Università di Foggia – denominata “Quante cose che non sai di me”, poiché ispirata a una popolare canzone di Luciano Ligabue – sono stati abusivamente coperti da manifesti relativi alla campagna elettorale in corso e finalizzata al rinnovo del consiglio della Regione Puglia.

IL PRECEDENTE. Al di là dell'entità del danno – denuncia l'Università di Foggia, allegando alcune foto – la prima riflessione che sovviene spontanea è che questi autentici atti di inciviltà vengono indirettamente commessi, nei confronti di un ente pubblico, da chi si candida a diventare un amministratore pubblico. Era già successo la scorsa estate, quando i manifesti dell'allora Campagna di Comunicazione UniFg “Guarda lontano, Resta vicino” vennero letteralmente sepolti dai candidati a sindaco della città e dai candidati consiglieri comunali: ragione per cui, appena insediatosi dopo l'elezione, il neo sindaco Franco Landella autorizzò a spese del Comune di Foggia una nuova tornata di affissioni per riparare al danno a cui tutti (ma proprio tutti) avevano partecipato. Ed è successo anche stavolta, sebbene la tipologia di affissione scelta dall'Università di Foggia sia differente da quella precedente.

LA CAMPAGNA DI COMUNICAZIONE.Per la prima volta l'Università di Foggia propone una campagna di comunicazione incentrata unicamente sulle affissioni (ricorrendo al formato tipicamente commerciale 3 x 6 mt) e sul loro strategico dislocamento (in alcune delle maggiori città da cui provengono gli studenti UniFg): da qui al prossimo ottobre, infatti, la campagna “Quante cose che non sai di me” verrà affissa oltre che a Foggia, Lucera, Manfredonia, San Severo, Cerignola e San Giovanni Rotondo anche a Barletta, Andria, Trani, Bari, Lecce, Potenza, Matera, Campobasso, Isernia, Avellino e Benevento.

IL MALCOSTUME A FOGGIA.«Quello dell'affissione abusiva sui nostri manifesti, inclusi quelli che presentano nostre attività didattiche e culturali e non solo quelli della campagna di comunicazione, mi pare un malcostume che riguarda soprattutto la nostra città – ha commentato non senza amarezza il Rettore dell'Università di Foggia, prof. Maurizio Ricci –. Era già successo durante la campagna elettorale per il nuovo sindaco, quindi si è ripetuto anche per le regionali. Emblematico che, in entrambi i casi, i manifesti affissi nelle altre città siano stati pienamente rispettati e quindi lasciati intatti. L'episodio mi sembra molto grave ancorché commesso da chi, proprio attraverso i suoi slogan, si candida a migliorare la qualità delle nostre amministrazioni pubbliche. Ancora più grave, se vogliamo, poiché commesso da candidati foggiani, che sono a conoscenza dei sacrifici e delle lotte che quotidianamente sosteniamo per difendere l'autonomia e il prestigio di un'Università che rappresenta tutta la Capitanata. Non saprei dire, se in queste manifestazioni di inciviltà, ci sia più noncuranza o ignoranza. Fatto sta che questi politici ignorano, o fanno finta, di causare un danno alle istituzioni che si propongono di migliorare: prima ancora di essere eventualmente eletti».

“NON LO FACCIAMO PER VANITà”.Oggetto di vandalismo, ovvero sovra affissione abusiva da parte di candidati alle prossime elezioni, anche manifesti finalizzati alla diffusione di informazioni destinate alla cittadinanza: si tratta di convegni e varie iniziative culturali promosse dall'Università di Foggia, eventi che sono stati coperti da volti e nomi che inneggiano a un radicale cambiamento rispetto al passato. «Questa Università non promuove se stessa come atto di vanità – conclude il Rettore – ma anche come atto d'amore nei confronti della città che la ospita e la custodisce, se non si è in grado di comprendere nemmeno questo... qualsiasi ragionamento a riguardo appare fuori luogo».

di Redazione 


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