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Tra vita e morte, la scrittura: “8 corde tese”, l’esperimento che porta il lettore dentro il libro

Stasera, venerdì 10 febbraio, alla Fondazione Banca del Monte

“Ho pensato tanto a questo momento nei giorni scorsi ma niente ti prepara veramente alla vita che accade e oggi sta accadendo”. Dal diario di Marta, in ritardo. È uno dei personaggi-autori protagonisti di “8 corde tese”, l’esperimento di scrittura a cura dei due attori e autori della compagnia del Teatro Dei Limoni Foggia, Leonardo Losavio (ideatore del progetto) e Daryoush Francesco Nikzad, nei rispettivi ruoli della “guida” e del suo “aiutante”. Marta arriva all’appuntamento con gli altri sette personaggi-autori, nei dintorni di San Marco in Lamis, sul Gargano. Ed è in ritardo, come detto: gli altri sono già arrivati. Eppure, la sua frase forse esprime più di ogni altra cosa il senso di questo lavoro editoriale pubblicato dalla nuova casa editrice Nowhere books che, questa sera, venerdì 10 febbraio, alle ore 19, nella Sala Rosa dei Venti della Fondazione Banca del Monte di Foggia (via Arpi 152), si presenta per la prima volta in Italia.

SCRITTORI REALI, ESPERIENZA REALE, LUOGO REALE. Un esperimento di scrittura, ma anche di vita. Il primo di quattro romanzi autoconclusivi, tasselli di un'unica grande storia. il primo esempio di “breaking book”: un nuovo meccanismo narrativo che permette al lettore di entrare in carne e ossa nelle fasi successive della storia che sta leggendo, nei panni di un personaggio originale da lui creato: la rottura della solita barriera che divide la realtà del lettore dalla realtà del libro che sta leggendo. È questa, alla lettera la presentazione di “8 corde tese”: ben dieci punti di vista che si giustappongono in un’unica vicenda narrativa coordinata dai due autori della compagnia teatrale foggiana – entrambi presenti, insieme con il direttore editoriale di Nowhere books, Antonio Catapano, alla presentazione del libro. Otto scrittori reali, insomma, selezionati a suo tempo per prendere parte ad un’esperienza reale, ai piedi del Gargano, presso una location, ancora una volta, reale: Il Sentiero dell’Anima, a pochi chilometri da San Marco in Lamis.

“UNO DI LORO MORIRA’. PER GLI ALTRI, 2 MILIONI DI EURO”. Ed esattamente ciò che raccontano e che hanno vissuto gli stessi personaggi del libro i quali, stando alla fiction, si ritrovano catapultati in una situazione estrema dopo aver risposto ad uno strano bando letterario che, a conti fatti, corrisponde per filo e per segno al processo di selezione degli autori e dei brani operato dalla Nowhere books. Anzi, nel libro è proprio la Nowhere books a bandirlo: “Riuniti in un luogo isolato – si legge a pagina 37 – vivranno il romanzo che dovranno scrivere”. A rendere meno serena la cosa – e ad avvincere il lettore sin dalla prima pagina – una condizione essenziale dell’esperimento, segnalata subito nel bando della casa editrice: “Uno di loro morirà. Per gli altri 2.000.000 € ciascuno”.

“NULLA SPETTERA’ AGLI EREDI”. Il dispositivo del noir accende la curiosità del lettore e lo pone subito davanti al quesito che attanaglia gli stessi protagonisti dell’esperimento: sei disposto a giocare con la morte pur di rilanciare la tua vita? O, all’inverso, sei disposto a mettere in gioco la tua vita partecipando alla morte di qualcuno che potresti anche essere tu? Un Giano Bifronte che pende sul capo degli autori-personaggi che “vivono” il libro per il lettore, raccontandolo ciascuno dal proprio punto di vista, in presa diretta, attraverso lo strumento della pagina di diario. E anche qui, sempre da pagina 37, il regolamento parla chiaro: “L’esperimento ha una durata di cinque giorni e si svolgerà in una località isolata, alle pendici del Gargano. I cinque giorni sono parte del romanzo”. Ogni giorno, in due momenti diversi, i selezionati devono consegnare il materiale narrato alla Guida (Leonardo Losavio): lavoro che realmente hanno eseguito nel corso della realizzazione dell’esperimento, vivendo realmente le condizioni imposte dalla fiction. A rendere l’esperienza ancora più forte, l’assenza di internet, di campo per i cellulari e l’impossibilità di abbandonare la location: insomma, il mondo esterno non esiste più. Pena – si legge – la morte. “In ogni caso – conclude il Regolamento con un tocco macabro – durante i cinque giorni, uno dei selezionati morirà. I diari del morto saranno utilizzati all’interno del romanzo. Nulla spetterà agli eredi”. Sarà solo il lettore, alla fine, a decriptare il compromesso tra vita, morte…e scrittura.

di Alessandro Galano


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