Foggia, il lupo con l'arancia e la ricompensa del sindaco
Il racconto di Ettore Braglia
In una corrispondenza da Londra alla Gazzetta del mezzogiorno del 25 Dicembre1954, riguardante i festeggiamenti tradizionali degli inglesi per il Natale, sono elencate alcune usanze: una delle più interessanti ha luogo al pranzo di Natale del “ Queens’ College “ di Oxford, quando viene cerimoniosamente portata nella sala una testa di cinghiale.
La testa è allegramente decorata e porta in bocca una piccola arancia.
Essa costituisce il nucleo di una cerimonia che è osservata da secoli.
Dice la leggenda che essa risale di uno studente dell’appena istituito “Queens’College”, che passeggiando nella vicina foresta di Shotover, intende ad un volume di Aristotele, quando gli precipitò contro un cinghiale selvaggio, con la bocca spalancata e deciso ad aggredirlo.
Il giovane gli ficcò in gola il pesante volume, e così soffocò la belva.
A FOGGIA. A parte la mancata relazione tra il volume di Aristotele e l’arancia, quest'usanza si associa a quella foggiana ormai scomparsa del lupo con l’arancia in bocca.
I vecchi cacciatori, quando si imbattevano in un lupo, ammazzandolo, non appena rientrati in città avevano premura di conficcare tra la robusta mascelle della bestia, una grossa arancia.
Caricata la carcassa del lupo sulle spalle, si avviavano al Municipio per presentarla al Sindaco che assegnava loro il premio relativo.
Scesi dal Municipio, portavano il lupo in giro per le vie principali destando curiosità e meraviglia nel pubblico.
I premi istituiti dal Comune fin dai lontani tempi, allo scopo di stimolare i cacciatori a combattere i distruttori di armenti, erano di quattro e sei ducati in bvase al sesso dell’animale ucciso (dato che la femmina veniva ricompensata più del maschio).
Altri premi di denaro e cibarie erano elargiti dagli armentari maggiormente interessati nell’eliminazione dei nemici dei loro greggi. Per avere notizie in merito alle origini e al significato dell’usanza dell’arancia in bocca al lupo, non sono mancate indagini tra i rurali e i terrazzani e furono interrogati gli anziani, ma non fu scovato il minimo elemento. L'AUTORE. Ettore Braglia
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