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Da Roma a Brindisi, la via Appia passa anche per Foggia con lo scrittore Paolo Rumiz

Stasera, mercoledì 31 agosto, in Piazza U. Giordano

Altro che “il cammino di Santiago” e “La via Francigena”. Paolo Rumiz – grande intellettuale italiano, straordinario camminatore e viaggiatore, giornalista e autore di significativi reportage dai fronti jugoslavo e afghano – ne è più che convinto: la via Appia, la prima, grande strada europea tracciata dai Romani, “è nettamente più interessante delle altre due”. Racconta una storia di pellegrini e di viaggiatori, combattenti e poeti, religiosi e laici. O, semplicemente, di viandanti. Unica condizione: la sua riappropriazione culturale e geografica. È la sintesi – ingenerosa e stringente – di “Appia”, ultimo libro dello scrittore triestino pubblicato lo scorso giugno da Feltrinelli e oggetto dell’incontro di questa sera, mercoledì 31 agosto, ore 19, in Piazza U. Giordano. Paolo Rumiz incontra il pubblico di Foggia, ospite “extra” della rassegna “Libri e dialoghi” voluta da Ubik e dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Foggia.

IL DOCUMENTARIO DEL REGISTA FOGGIANO, ALESSANDRO SCILLITANI. “Un viaggio sospeso in bilico tra l’incantamento e l’indignazione, i due sentimenti che mi accompagnano sempre quando attraverso questo mio Paese, ma che si sono manifestati in modo particolarmente acuto durante questa grande traversata di 612 km, da Roma a Brindisi”. A parlare è sempre l’autore, forte di una traversata che conta 29 giorni di cammino e circa un milione di passi tra calanchi, tratturi e valichi di quella che è stata definita la regina delle vie d’Europa. Un libro che porta con sé anche un interessante documentario, firmato inoltre da un regista di chiari origini foggiane, come testimonia un cognome piuttosto noto in terra di Capitanata: ad arricchire la serata infatti, ci sarà anche Alessandro Scillitani, autore del film incentrato proprio sul viaggio compiuto da Rumiz e dal suo “manipolo di amici”, intitolato “Il cammino dell’Appia Antica”. Durante l’incontro di questa sera, moderato dal direttore artistico della libreria Ubik, Michele Trecca, verranno proposti anche alcuni frame video del documentario, a corredo della conversazione in piazza. Inoltre, fanno sapere dalla libreria di Piazza Giordano, il 15% dei ricavi ottenuti dalle vendite del libro verrà donato alle vittime del sisma che ha colpito il centro Italia nei giorni scorsi.

LA SCHEDA DEL LIBRO. Appia (Feltrinelli, giugno 2016; 384 pagine). Paolo Rumiz ha percorso a piedi, con un manipolo di amici, la prima grande via europea, l’Appia, e ce ne riconsegna l’itinerario perduto, da Roma fino a Brindisi, “più per dovere civile che per letteratura”. Lo ha fatto spesso cavando dal silenzio della Storia segmenti cancellati, ascoltando le voci del passato e destando la fantasia degli increduli incontrati durante il viaggio. E ora ci chiama come un pifferaio magico a seguirlo con le gambe e l’immaginazione lungo la via del nostro giubileo, la nostra Santiago di Compostela, della quale viene restituito l’itinerario dopo un secolare abbandono. Da Orazio ad Antonio Cederna (appassionato difensore dell’Appia dalle speculazioni edilizie), da Spartaco a Federico II, prende corpo una galleria di personaggi memorabili e, mentre si costeggiano agrumeti e mandorleti, si incontrano le tracce di Arabi e Normanni. Intanto le donne vestite di nero, i muretti a secco, la musicalità della lingua anticipano l’ingresso nell’Oriente. Per conquistarsi le meraviglie di un’Italia autentica e segreta è necessario però sobbarcarsi anche del lavoro sporco – svincoli da aggirare, guardrail, sentieri invasi dai canneti, cementificazioni, talvolta montagne intere svendute alle multinazionali dell’acqua e del vento – e affrontare la verità dei luoghi pestando la terra col “piede libero”. “È nei villaggi più remoti,” ha scritto il “New York Times” dell’opera di Paolo Rumiz, “tra i laghi e i boschi, in mezzo alla gente comune, che la vera vita delle nazioni rivela la sua trama di colori.” Al racconto fanno da contrappunto le mappe disegnate da Riccardo Carnovalini, che ha trovato il percorso sulle carte, nelle foto aeree e sul terreno, e che ha descritto l’itinerario nel libro: un contributo prezioso e uno strumento utilissimo – considerata l’assenza di segnaletica – per chi volesse seguire le orme di questa marcia d’avanscoperta.

L’AUTORE. Paolo Rumiz è giornalista de “la Repubblica” e “Il Piccolo” di Trieste. Segue dal 1986 gli eventi dell'area balcanica e danubiana; durante la dissoluzione della Jugoslavia segue in prima linea il conflitto in Croazia e successivamente in Bosnia ed Erzegovina. Nel novembre 2001 è stato inviato ad Islamabad e successivamente a Kabul, per documentare l'attacco statunitense all'Afghanistan. Ha vinto numerosi premi di giornalismo e letteratura. Con Feltrinelli ha pubblicato La secessione leggera (2001), Tre uomini in bicicletta (con Francesco Altan; 2002), È Oriente (2003), La leggenda dei monti naviganti (2007), Annibale (2008), L’Italia in seconda classe. Con i disegni di Altan e una Premessa del misterioso 740 (2009), La cotogna di Istanbul (2010, nuova edizione 2015; Audiolibri “Emons-Feltrinelli”, 2011), Il bene ostinato (2011), la riedizione di Maschere per un massacro. Quello che non abbiamo voluto sapere della guerra in Jugoslavia (2011), A piedi (2012), Trans Europa Express (2012), Morimondo (2013), Come cavalli che dormono in piedi (2014), Il Ciclope (2015), Appia (con Riccardo Carnovalini; 2016) e, nella collana digitale Zoom, La Padania (2011), Maledetta Cina (2012), Il cappottone di Antonio Pitacco (2013), Ombre sulla corrente (2014).

di Redazione 


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