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San Giovanni Rotondo, studentessa 18enne bullizzata a scuola con minacce e insulti sessisti. In 52 si ribellano e la difendono

La manifestazione durante l'assemblea a supporto della rappresentante d'istituto

È una storia purtroppo 'ordinaria' di bullismo nei confronti di una studentessa quella che arriva da una scuola di San Giovanni Rotondo, l'Istituto statale magistrale Maria Immacolata. Il coraggio di 52 tra sue amiche e amici, conoscenti o soltanto colleghi studenti potrebbe trasformarla invece in una straordinaria risposta alla violenza fatta di minacce e insulti sessisti.

LA STORIA. La vittima della vicenda è la rappresentante dell'istituto magistrale della città di San Pio, la 18enne Angelica Placentino. Secondo quanto raccontano i suoi amici, dopo la sua nomina avvenuta all'inizio dell'anno scolastico, nei suoi confronti si è scatenato un astio crescente, quello che definiscono “un grande odio collettivo”. Un odio che ha incominciato a manifestarsi con messaggi minatori anonimi. Due gli attacchi: al suo essere donna e alla sua azione politica, dichiaratamente di sinistra.

GLI INSULTI. “Devi andare a casa puttana” è il refrain, Angelica prova a denunciare e parlarne ma la violenza non si ferma. Sotto casa sua compare la scritta: “Placentino lesbica repressa”. Ma Angelica trova il coraggio ancora di non restare zitta e denunciare anche se la comunità sembra disinteressarsene. L'insulto prova a cambiare bersaglio e si sposta verso il suo impegno politico di sinistra. Viene disegnata una svastica, “il simbolo di Hitler di cui vi è dubbia consapevolezza” ironizzano le amiche. Fino a giungere a “un ultimo crudele colpo”. “Dimettiti perchè ci fai schifo, meglio una statale che in consiglio di istituto. Guardati le spalle stronza”. L'insulto si trasforma in minaccia per spaventare ancora di più.
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L'ASSEMBLEA. Ma a questo punto la storia cambia il suo percorso. Alcune amiche comprendono di non dover stare più ferme. In pochi giorni coinvolgono 52 persone che nel corso dell'assemblea di istituto in programma nella mattinata di ieri si presentano vestite di blu, il colore simbolo della lotta al bullismo. Cinquantadue persone - come scrivono su Facebook - che hanno aiutato a “raccontare, a denunciare la violenza, l'ipocrisia, l'omertà che in questi mesi sono nate e cresciute nella scuola”, il racconto “di una amica/compagna/sconosciuta che è stata vittima della forma di violenza più comune tra noi giovani:il bullismo”. Nel corso dell'assemblea espongono monologhi, riflessioni, poesie improvvisate, colori, scritte. Tutto è nato in maniera informale con la foga di voler farsi ascoltare e raccontare “di silenzio, di pesi sulla coscienza, di persone che si sono piegate al male”.

LE REAZIONI. “Veniamo ascoltati, capiti” racconta il gruppo che ha organizzato la protesta. “C'è chi si alza e urla: "Oggi scelgo da che parte stare". C'è chi ricorda : "Ancor prima di essere persone, siamo liberi di essere persone". C'è chi grida :" Ciò che c'è di più importante è guardare al futuro!" Lacrime. E poi applausi. E poi ancora interventi. “Oggi vedo una scuola che si alza in piedi. Che non rimane seduta. Vedo una scuola che è stanca di stare zitta” scrive qualcuno. “Bisogna avere il coraggio di denunciare. Di stringersi attorno alle vittime di minacce e di bullismo” aggiunge qualcun altro. “Oggi una scuola ha avuto il coraggio di schierarsi e di urlare per interrompere l'omertoso silenzio degli ultimi tempi. È in giorni come questi che ti rendi conto che la speranza per un futuro migliore senza discriminazioni esiste e spetta a noi tenerla viva”. Anche Angelica si unisce commossa: "Se sono puttana perché ho un'idea e la porto avanti, vi invito ad essere tutte puttane".

FIORI AL POSTO DI SVASTICHE. “Quando presto questa partaccia sarà finita, guardatevi dentro, - concludono – scegliete magari il silenzio o un urlo vomitato in una stanza, ma smettiamola di essere dei vili e scegliamo chi essere”. Intanto dalla scuola ancora nessuna posizione. Il dirigente scolastico oggi non è in sede e il suo vice è impegnato. Qualcuno non ha gradito e ha disegnato, ancora una volta, delle svastiche. Sono state presto ricoperte: “Noi rispondiamo con dei fiori al vostro orrore. E voi? Giovani del paese, del mondo, come rispondereste?” la provocazione lanciata a tutti.

di Michele Gramazio


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