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Csoa Scurià, braccio di ferro sul futuro. Ricci: "A breve la sentenza del Tar, poi partono i lavori per la sede di Economia"

Collettivo 0881: "Restiamo dentro e andiamo avanti"

E’ passata qualche settimana dall’incontro “X” tra i rappresentanti del centro sociale Scurìa di Foggia (sorto da quasi un anno presso la struttura di via Ammiraglio Da Zara in concessione all'Unifg) e il rettore dell’ateneo dauno Maurizio Ricci. Un incontro che per alcuni è suonato come un campanello d’allarme sull’imminente futuro del centro sociale, ma che, in realtà, finora, non ha prodotto alcuna variazione “sullo scacchiere”, confermando posizioni nette e contrarie tra gli “astanti”.

BRACCIO DI FERRO. Se da una parte, infatti, il rettore ha annunciato una svolta piuttosto rapida sul futuro della struttura, con l’avvio dei lavori da 3 milioni di euro che ne faranno una nuova ala della Facoltà di Economia, dall’altra la volontà degli antagonisti è quella di continuare a dar vita al grande laboratorio di formazione culturale e politica avviato a maggio dello scorso anno. Un centro sociale che, va detto, è distante anni luce dallo stereotipo nichilista incarnato dagli “squat” di memoria punk, di cui anche Foggia aveva avuto esperienza fino a 20-25 anni fa. L'impressione, insomma, è che al Csoa Scurìa si tenda a costruire, non a distruggere: basta cliccare sulla relativa pagina facebook per rendersi conto della mole di attività che si producono in questo posto. E almeno fino a quando non si alzeranno i primi pezzi del cantiere contemplato nei progetti dell’Unifg, il Collettivo 0881 che gestisce il centro sociale (e cioè il gruppo di giovani artisti e attivisti politici, di studenti universitari e lavoratori il cui obiettivo dichiarato dal principio è quello di “liberare”, all’insegna dell’antifascismo, dell’antirazzismo e della democrazia dal basso, strutture e spazi cittadini abbandonati) non intende andar via.

LA SENTENZA DEL TAR. L’incontro di gennaio ha avuto, dunque, carattere puramente interlocutorio. Ciò che, però, è emerso chiaramente è la volontà di Ricci (contattato da Foggia Città Aperta) che gli attivisti escano il più velocemente possibile dall’edificio per dare avvio alle operazioni di ristrutturazione. C’è però un “intoppo” nei piani dell’Unifg: l’appalto assegnato per l’affidamento dei lavori da compiere all’interno della struttura è attualmente bloccato al Tar Puglia, subordinato alla sentenza del tribunale amministrativo regionale a cui è ricorsa la ditta piazzatasi seconda nella gara espletata dall’ente universitario. “L’udienza - spiega Ricci - si è svolta un mese fa, la sentenza del tribunale regionale, così come prevedono i tempi rapidi di quest’organo giudiziario, è dunque imminente. Poi – assicura - si potrà partire con i lavori”. Abbiamo chiesto, allora, al rettore in che tempi potrebbe sorgere il cantiere. “Allo stato attuale dei fatti - risponde - non lo so dire, sarebbe come giocare i numeri a lotto”.
Quest’altra notizia, però, ce la potrà confermare, e cioè: se la sentenza dovesse dare ragione alla ditta che ha impugnato la gara d’appalto si dovrebbero rifare tutti i giochi per l’assegnazione dei lavori, non è vero? “Aspettiamo prima il verdetto, leggiamo la sentenza – va cauto il rettore - e poi ne riparliamo. Certo è che se il Tar dovesse confermare la validità della gara già espletata saremmo pronti a partire subito”.

PRIME PRESSIONI ISTITUZIONALI. In tutti i modi, le pressioni istituzionali sulla struttura di via Da Zara, se in questi mesi sono state praticamente nulle, ora si iniziano a far sentire, e da più parti. Secondo quanto riferiscono gli attivisti dello Scurìa all’incontro di gennaio tenutosi in ateneo, Maurizio Ricci si è presentato con una lettera del Comune, esordendo così: “Beh, ora potete andar via”. La missiva arrivata da Palazzo di Città, infatti, invitava l'Unifg a tutelare la pubblica incolumità compiendo tempestivamente le necessarie operazioni di manutenzione e ripristino del cornicione che affaccia su via Brigata Pinerolo, dal quale, nei giorni precedenti, erano caduti dei calcinacci in strada. E così, il rettore avrebbe colto la palla al balzo per esortare gli occupanti ad uscire dalla struttura. In quella circostanza, i portavoce del Collettivo 0881, in una conversazione con Foggia Città Aperta, avevano ribadito l’intenzione di non voler seguire le indicazioni del rettore, tenendo a precisare quanto segue: "Il cornicione in questione attiene ad una facciata che non interessa fisicamente gli ambienti in cui il centro sociale si sviluppa. Per il momento – avevano precisato - possono procedere senza chiederci di uscire”.
Nel manifestare perplessità per questa prima richiesta di sgombero, dunque, gli attivisti dello Scurìa la hanno respinta in toto, restando dentro l’edificio fino ad oggi e durante tutto il periodo dei lavori di ripristino del fregio strutturale, che, nel frattempo, ha confermato Ricci, “è stato completato così come richiesto dall’amministrazione comunale”. E, in effetti, senza che sia stato necessario lo sgombero. 

COLLETTIVO 0881: "DAREMO BATTAGLIA". Quando partiranno i lavori di riconversione della struttura, però, sarà diverso, e, secondo i patti, gli antagonisti uscirebbero (il condizionale è d’obbligo) spontaneamente dall’edificio per consentire l’avvio del cantiere, lasciando lì dentro, probabilmente soltanto fisicamente, il caleidoscopico mondo di laboratori, incontri politici, manifestazioni musicali e sportive, presentazioni di libri, serate culturali e relazioni sociali che sono riusciti a intessere in soli pochi mesi (il tutto, va ricordato, gratuitamente e al servizio delle più svariate fasce della cittadinanza, giovani, adulti, famiglie con bimbi al seguito). 
“Questo però – dicono – non significherà che non continueremo a dare battaglia. Quando sarà il momento presidieremo ogni giorno i lavori commissionati dall’Unifg per controllarne regolarità e speditezza, per evitare che la struttura di via Da Zara ritorni ad essere l’ennesima cattedrale nel deserto, esattamente come era ridotta prima del nostro arrivo, l’ennesimo cantiere eterno, preda di speculazione edilizia, come tanti in città. Se i lavori languiranno o si bloccheranno – avvertono - siamo pronti a rientrare”.
Una provocazione che non spaventa il rettore, secondo quanto lui stesso ha affermato durante la nostra intervista: “Il mio interesse – spiega - è che il cantiere che porterà all’inaugurazione del nuovo plesso di Economia termini nel più breve tempo possibile, chiaramente, secondo i tempi stabiliti dagli accordi contratti con la ditta appaltante. Insomma, sarò il primo a vigilare sulla bontà dei lavori”.

LA DISTANZA DEL RETTORE RICCI. Un’ultima cosa pare assodata: il futuro del Csoa Scurìa, probabilmente, non si svilupperà all’interno di un’altra struttura universitaria. Ricci ha già risposto “picche” alla richiesta del collettivo se sussista la disponibilità di un altro spazio dell’ateneo dauno da poter “riportare in vita”. D’altronde, l’ultima cosa a cui pensa il rettore è prestare il fianco ad un movimento di occupazioni. Quando infatti gli chiediamo di esprimere un parere personale sull’esperienza dello Scurìa Ricci risponde così: “Non penso proprio nulla del centro sociale, nè ho mai avuto alcun tipo di rapporto con il collettivo che lo gestisce. E’ un’occupazione abusiva e come tale va considerata”.
L’altra faccia della medaglia, che pare altrettanto scolpita nel futuro del Collettivo 0881, è che ciò che è stato innescato con questo primo grande laboratorio di pratiche e idee è destinato a non arrestarsi: il consenso e le persone che gravitano attorno al centro sociale, con il passare dei mesi, si sono moltiplicati e c’è chi scommette che non sarà difficile per gli attivisti trovare un’altra “casa” in futuro.

"STRAORDINARIA" QUOTIDIANITA' DEL CSOA SCURìA. Per ora, restano, compatti, in via Ammiraglio Da Zara, dove hanno appena celebrato il Carnevale con maschere, dolcetti e animazione per bambini (numerosi nell’occasione) e dove questa settimana hanno presentato e presenteranno al pubblico altri importanti frutti della loro costante e intensa attività di autoproduzione: ieri sera si è inaugurato il primo ciclo di “jam session” made in Scurìa a cura di Gianluca Iammarino; stasera, invece, doppio evento con l’attesa presentazione della birra artigianale “Hic et Nunc”, interamente prodotta nei locali del centro sociale, e “Radiofrequenze”, ovvero l’inaugurazione della nuova piattaforma radiofonica con cui gli antagonisti sono pronti a rilanciare, più forte e articolato, il mantra che guida la loro azione: “Le città sono di chi le ama”.

Fabrizio Sereno

di Fabrizio Sereno


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