Tangenti in Commissione Tributaria in cambio di sentenze favorevoli, prime perquisizioni: numerosi gli indagati
Fiamme gialle negli Uffici regionali e provinciali e abitazioni di otto dei coinvolti
I finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Bari con la collaborazione di militari della Sezione Polizia Giudiziaria Guardia di Finanza della Procura di Foggia, hanno eseguito perquisizioni locali presso gli uffici della Commissione Tributaria Regionale di Bari – Sezione staccata di Foggia e della Commissione Tributaria Provinciale di Foggia, nonché presso le abitazioni di otto indagati: quattro funzionari e dipendenti della Commissione Regionale e della Commissione Provinciale, un’ ex funzionaria della Commissione Regionale, due commercialisti ed un pensionato dell’Agenzia delle Entrate (ritenuti, gli ultimi tre, intermediari tra i contribuenti che presentano i ricorsi tributari ed il personale dei citati organi giudicanti).
LE TANGENTI. Le perquisizioni sono state disposte dalla Procura della Repubblica di Foggia, nell’ambito di una complessa indagine diretta ad accertare l’eventuale pagamento di tangenti al fine di ottenere sentenze favorevoli dalla Giustizia Tributaria, nonché verificare come avvenga la reale formazione delle decisioni. L’attività investigativa svolta dai finanzieri di Bari, infatti, vede
coinvolti altri numerosi indagati ed è ancora in corso al fine di
comprendere la reale estensione.
I SEQUESTRI. Nel corso dell’attività di polizia giudiziaria è stata rinvenuta e sottoposta a sequestro numerosissima documentazione di estremo interesse investigativo, supporti informatici, personal computer e cellulari, oltre a ad alcune migliaia di euro in contanti trovati in casa degli indagati. Sono, inoltre, state sequestrate numerose marche da bollo recuperate da atti pubblici della Commissione e riciclate dai funzionari e dipendenti indagati, nonché 10 reperti archeologici di pregevole fattura di presumibile civiltà dauna del VI - IV sec. a.C.
Nel corso delle successive acquisizioni sono stati prelevati anche moltissimi fascicoli processuali, possibile oggetto dell’attività corruttiva ipotizzata.
I contenuti dei commenti rappresentano il punto di vista dell'autore, che se ne assume tutte le responsabilità. La redazione si riserva il diritto di conservare i dati identificativi, la data, l'ora e indirizzo IP al fine di consegnarli, dietro richiesta, alle autorità competenti. La Corte di Cassazione, Sezione V, con sentenza n. 44126 del 29.11.2011, nega la possibilità di estendere alle pubblicazioni on-line la disciplina penale prevista per le pubblicazioni cartacee. Nello specifico le testate giornalistiche online (e i rispettivi direttori) non sono responsabili per i commenti diffamatori pubblicati dai lettori poichè è "impossibile impedire preventivamente la pubblicazione di commenti diffamatori". Ciò premesso, la redazione comunque si riserva il diritto di rimuovere, senza preavviso, commenti diffamatori e/o calunniosi, volgari e/o lesivi, che contengano messaggi promozionali politici e/o pubblicitari, che utilizzino un linguaggio scurrile.Riproduzione Riservata.