Stampa questa pagina

L’assurdo come riflessione sulla vita: il Teatro dei Limoni reinterpreta Eugène Ionesco

Al Giordano, lo spettacolo “Senza di me”, tratto da “Il re muore”

“È lo spettacolo meno rappresentato di Ionesco”. Una sfida ancor più sfida, dunque, nelle parole di Roberto Galano, attore e regista dell’ultimo spettacolo della stagione teatrale “Giallocoraggioso 2018/19” del Teatro dei Limoni, liberamente tratto da un grande classico del teatro dell’assurdo: “Il re muore” di Eugène Ionesco, riadattato con il titolo di “Senza di me”. La compagnia foggiana sarà in scena al Teatro U. Giordano, unica serata, sabato 13 aprile, alle ore 21.

L’ASSURDO DI IONESCO. Cosa succede quando “tutto” finisce? Eravamo gli attori principali o solo comparse del film che abbiamo vissuto? E soprattutto: la storia che stavamo raccontando smette di esistere? E gli altri, cosa siamo per loro? Una realtà che dà sicurezza a cui non voler rinunciare? Oppure la nostra resa è vista come una nuova occasione per poter ricominciare? Domande universali che interrogano lo spettatore calandolo in mondi grotteschi, talora surreali, assurdi ma paradossalmente credibili: connotazioni di un linguaggio teatrale in grado di segnare profondamente il Novecento e che, in opere come questa del drammaturgo franco-rumeno, trovano massima espressione.
 
Spazio elettorale autogestito/ De Sabato

“RENDERE GROTTESCO IL PROFONDO”. “È l’opera meno rappresentata forse per la sua difficoltà, ma è anche la più bella – ha spiegato Galano – perché indaga concetti con i quali volevo fare i conti in questo momento: la non infinitezza delle cose, il segno lasciato nel mondo, il dopo-di-noi. Nella regia, il gioco è quello di sdrammatizzare, rendere grottesco il profondo, non appesantire i concetti, renderli anzi fluidi, moderni, con un finale che dovrebbe tenere tutti stretti in una forte empatia: tanto gli attori quanto il pubblico”. Il teatro come specchio distorto della vita e per questo capace di toccare le corde profonde della realtà: la consapevolezza della fine vissuta da un re che non si rende conto della fine stessa e che la vive su di sé.
 
Banner/ Fondazione Buon Samaritano

UN LAVORO SUL TESTO INIZIATO ANNI FA. Il testo di “Senza di me”, in realtà, è stato già indagato negli anni scorsi tanto dagli allievi quanto dai conduttori dei laboratori sperimentali del Teatro dei Limoni: quest’opera di Ionesco, dunque, è un vecchio “pallino” della compagnia foggiana, peraltro agevolata dalla sua stessa struttura: “L’autore non cala la vicenda in nessuna realtà storica precisa – ha chiarito in merito Roberto Galano – cosa che ha lasciato aperte varie soluzioni: sembra modernissimo ma anche antichissimo, grazie proprio alla grandezza dei suoi concetti. Il linguaggio che abbiamo utilizzato poi, è molto vicino al pubblico, la stessa narrazione è ridotta rispetto ai tre atti originali”.

UN LAVORO CORALE. Una produzione corale che porta in scena, oltre a a Roberto Galano, attori “storici” e nuove leve della compagnia foggiana: Paola Capuano, Francesca De Sandoli, Christian di Furia, Stefano Dragoni, Giuseppe Rascio e Maggie Salice. Costumi di Vize Ruffo e scenografie di Francesco Petrone e Michela Casiere (info e prenotazioni: 3249948645 - info@teatrodeilimoni.it).
 

di Redazione 


 COMMENTI
  •  reload