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Romanzi a teatro: operazione riuscita

Al Piccolo Teatro Impertinente, chiude la rassegna "Fine Piacere Mai". Protagonista, Christian Raimo

Operazione riuscita: i libri, a teatro, funzionano anche più che in libreria. D’altronde, il palco e la pagina sono due facce di quella stessa medaglia che è il grande universo della narrazione, si parli di messa in scena o di semplice lettura. E non deve stupire se una rassegna letteraria come “Fine Piacere Mai”, organizzata dalla libreria Ubik e dalla Piccola Compagnia Impertinente, si sia ritagliata, a Foggia, il suo significativo pubblico, per quest’ultimo incontro di sabato 5 gennaio più presente che negli scorsi due appuntamenti. Lo stralcio video ripropone alcuni momenti del book trailer (a cura dell’attore e direttore artistico della compagnia foggiana, Pierluigi Bevilacqua) e della conversazione con l’autore Christian Raimo, cui hanno preso parte i librai Ubik Michele Trecca e Salvatore D’Alessio.
IL ROMANZO. Di scena, questa volta, il romanzo “Il peso della grazia”, edito da Einaudi e presentato dall’ottimo autore Christian Raimo, di fatto alla sua prima, lunga prova narrativa, ma già da molti anni sulle scene letterarie nazionali, con raccolte di racconti (molto apprezzata “Latte”, pubblicata da minimum fax) e interventi critici di spessore (è stato fino a qualche settimana fa il curatore di “Orwell”, l’inserto di cultura del giornale “Io Pubblico”). Una densa storia d’amore e disamore, raccontata con un linguaggio contemporaneo e attraverso pochi, ma amabili personaggi: dal protagonista e voce narrante Giuseppe, alle prese anche con uno strano percorso di conversione al cattolicesimo (irresistibile il brano letto dallo stesso Raimo, riguardante proprio il suo difficile rapporto con la comunità cristiana), alla sua amata Fiora, essere sfuggente e di difficile identificazione, che un giorno si allontana da lui e accende la miccia della storia, che il protagonista prova “a risalire in superficie fino a respirare”.
LA SERATA. Un romanzo di oltre quattrocento pagine, ricco di aspetti metaforici che il bravo Christian Raimo, incalzato dalle domande dei librai di Ubik, ha provato a motivare e spiegare con precisi riferimenti alle sue scelte narrative, per giunta senza mai scadere nel pedante, ma anzi mantenendo ben salda tra le sue mani l’attenzione del pubblico, questa volta più numeroso rispetto alle altre due occasioni. Dopo l’altro autore Einaudi Sandro Bonvissuto e il giovane Paolo Cognetti, rispettivamente con “Dentro” e “Sofia si veste sempre di nero”, la rassegna “Fine Piacere Mai” si è chiusa con “Il peso della grazia”, raccontando una storia – e mettendone in scena alcuni momenti – di grande contemporaneità, a conferma di quanto i sentimenti umani e l’amore, in modo particolare, siano quegli argomenti sempre in grado di rigenerarsi, di riproporsi e di riproporre nuove versioni della realtà. Se poi la penna è quella giusta, come nel caso di Christian Raimo, allora l’esperimento è più facile che riesca.

di Redazione 


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