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Trinitapoli: spararono contro i carabinieri, arrestate tre persone

Un militare era rimasto ferito alla mano destra

Sono stati arrestati dai carabinieri di Trinitapoli Antonio Carbone, 23 anni, Antonio Giannini, 38 anni e Nicola Francavilla, 27 anni per il tentato omicidio di quattro militari.
L’AUTO FERMA. Il 29 gennaio 2014 a Trinitapoli una pattuglia di quattro Carabinieri, mentre stava effettuando un servizio di osservazione in via Marconi, aveva notato una Renault Megane ferma con i fari accesi e due persone a bordo, uno alla guida e l’altro seduto sul posto passeggero anteriore. Inoltre, un’altra persona era uscita da un condominio ed era salita a bordo dell’auto che si era messa subito in movimento.
IL TENTATO OMICIDIO. Sospettando che i tre potessero detenere sostanze stupefacenti, i militari avevano deciso di affiancarli, intimando al conducente di fermarsi, ma mentre due carabinieri scendevano dal mezzo per procedere al controllo, il passeggero della Megane seduto davanti si era sporto dallo sportello e aveva puntato una pistola verso i carabinieri esplodendo tre colpi d’arma da fuoco ferendo un militare alla mano destra.
IL BREVE INSEGUIMENTO. La Renault era subito ripartita a velocità sostenuta e i carabinieri avevano iniziato un breve inseguimento del veicolo ma poco dopo erano stati costretti a desistere per trasportare il militare ferito all’ospedale di Barletta perché stava perdendo troppo sangue. L’uomo aveva rischiato di perdere due dita della mano destra e attualmente non è ancora rientrato in servizio.
LE INDAGINI. Le indagini erano iniziate con la visione delle immagini delle telecamere, posizionate in via Marconi, da cui era stato possibile ripercorrere l’intera scena e soprattutto individuare la targa della vettura, risultata in uso di Antonio Carbone ma non intestata a lui. Quella notte il giovane non aveva fatto rientro presso la propria abitazione e i militari avevano proceduto ad estendere le ricerche presso le abitazioni di amici e parenti, senza esito.
LA PERQUISIZIONE. I carabinieri erano riusciti a risalire a Antonio Giannini, l’uomo uscito dal condominio che aveva preso posto sul sedile posteriore. La perquisizione presso l’abitazione di Giannini aveva permesso di trovare e sequestrare un fucile a canne mozze, risultato rubato, 8 cartucce calibro 16, 3 caricatori per pistola, ognuno contenente 6 cartucce calibro 7,65 per un totale di 18 cartucce ed un disturbatore di frequenza tipo Jammer. La moglie dell'uomo, Rosa Mastropasqua, era stata arrestata per i reati di detenzione illegale di armi e munizioni e ricettazione. Inoltre, nell'abitazione di Giannini erano state trovate tre maschere in gomma e non si esclude che i tre stessero per compiere una rapina.
GLI ARRESTI. Il primo fermo era stato effettuato a Trinitapoli il 19 febbraio quando venne arrestato Carbone, mentre Giannini si era reso irreperibile. Nel frattempo continuavano le indagini per dare un volto al terzo componente della banda, che aveva sparato al militare. La svolta delle indagini è avvenuta con l’arresto a Barletta di Nicola Francavilla, per detenzione di 130 kg di marijuana, riconosciuto dai militari quale terzo componente della banda. Infine, dopo più di otto mesi di latitanza, il 21 ottobre a Trinitapoli, è stato arrestato Antonio Giannini.

di Redazione 


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