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  • Pubblicata il: 18/09/2012 14:12:01

“Reset”, il blitz che sconvolge Lucera

Sedici gli arrestati, tra i quali anche alcuni insospettabili come quattro carabinieri

E’ stato denominato “Reset” perché è sotteso dalla volontà di annullare, cancellare, azzerare la criminalità organizzata di Lucera. Sedici le ordinanze di custodia cautelare eseguite all’alba di oggi dagli agenti del commissariato lucerino: alcune riguardano alcuni nomi di spicco della criminalità lucerina – come, tra gli altri, Jonathan, Vincenzo, Davide e Antonio Ricci oppure Mario, Vincenzo e Antonio Cenicola; altre sono state notificate ad "insospettabili", tra i quali anche quattro carabinieri. E’ questo il risultato sconvolgente di un anno di indagini serrate coordinate dai procuratori di Lucera, Domenico Seccia e Alessio Marangelli. Tutto è partito la scorsa estate, dopo l’agguato al ventiseienne lucerino Fabrizio Pignatelli, raggiunto da alcuni colpi di arma da fuoco, in via Marx, nei pressi del ricreativo Atlantic City. Pignatelli morì dopo 40 giorni di agonia a causa delle gravissime ferite riportate. Un episodio criminoso che ha squarciato il velo sulla preoccupante realtà lucerina.
L’accusa. Secondo gli inquirenti, alla base di tutto, vi sarebbe l’endemica lotta fra i clan Cenicola e Ricci, per il predominio nella gestione del mercato della droga e delle attività estorsive nel centro federiciano. Gli arrestati, infatti, sono accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata alla commissione dei reati di concorso in omicidio premeditato, estorsione mediante intimidazioni con colpi d'arma da fuoco, incendio, danneggiamento aggravato anche a seguito di incendio, minacce e favoreggiamento reale. Per quanto riguarda i militari dell’Arma, invece, gli inquirenti ritengono che depistassero le indagini in corso per favorire un’attività malavitosa o mettessero a segno vere e proprie estorsioni. I militari coinvolti - Luigi Glori, Michele Falco, Giuseppe Sillitti e Giovanni Aidone – erano stati da poco trasferiti a Foggia. Tre di loro sono accusati di associazione a delinquere e di far parte del clan Ricci, mentre il quarto dovrà rispondere del reato di estorsione in danno del proprietario di un locale lucerino cui era imposto l’acquisto di determinati prodotti ittici ed ortofrutticoli. Tutti e quattro sono stati tradotti al carcere militare di Santa Maria Capua Vetere.

di Redazione