"Dateci un tetto o stanotte dormiamo davanti al Comune", la protesta degli sfrattati di vico Pietà
"Non siamo parassiti, aspettiamo in graduatoria una casa popolare da anni"
Alle 19 erano ancora in colloquio a Palazzo di Città per cercare di trovare una soluzione all’emergenza ed un tetto per questa prima notte di sfratto, “altrimenti dormiamo in Comune perché non sappiamo dove andare”: sono i 15 nuclei familiari (una 60ina di persone in tutto) sgomberati in giornata, dopo diverse proroghe, dalle abitazioni di vico Pietà, nel pieno centro storico di Foggia, dove hanno dimorato per 9 anni, sistemati lì (in quel palazzo sgangherato di proprietà della società Triade) dall’ex amministrazione Ciliberti. Le ultime notizie degli sfrattati da Palazzo di Città confermano che passeranno la notte in strada, nelle macchine, in corso Garibaldi.
"RUBINETTI CHIUSI" DAL COMUNE. La società proprietaria dell’immobile vanta già un credito importante dalle amministrazioni comunali precedenti, le quali avevano stabilito di farsi carico del fitto dei residenti per un importo di 8mila euro mensili. Ora, al contempo, l’amministrazione Landella ha “chiuso i rubinetti”: nella casse comunali, questo il motivo, non ci sarebbero più soldi per sostenere una tale situazione abitativa. Si aggiunge il procedimento legale, come riferiscono i residenti stessi, avviato da questi ultimi contro la Triade a causa della “inagibilità” dell’immobile.
GLI SFRATTI. Stamattina in vico Pietà (mai nome fu più appropriato) l’aria era triste: capannelli di “sfrattati” seduti sul ciglio delle strade; sguardi bassi e disillusi; l’amarezza di alcuni bimbi, costretti ad abbandonare i loro compagni di cortile, mentre diversi inquilini già iniziavano a sgomberare il mobilio e i casalinghi vari per caricarli sui furgoncini e portarli chissà dove; una ragazza che usciva dallo stabile con un acquario e due tartarughe marine tra le mani, anche loro, adesso, in balìa delle onde. “Dovremo portare tutto via dagli appartamenti – riferiscono - entro il 4 maggio”, questa l’ordinanza intimata dagli agenti, presenti in vico Pietà, tra polizia, carabinieri e vigili urbani, durante tutta l’operazione di sfratto, in diverse unità e con diverse camionette.
“Non sappiamo dove andare", continuano alcuni ormai ex-residenti, che non hanno nemmeno più parenti che li possano ospitare.
LE PRIME SISTEMAZIONI TEMPORANEE. Per il momento solo 2 nuclei familiari (con figli piccoli a carico) su 16 dovrebbero essere stati temporaneamente sistemati dall’amministrazione comunale, mentre molta della restante parte di sfrattati non sa davvero che pesci prendere. Se la prendono, invece, con l’istituzione comunale: “Ci trasferirono nel 2006 da via Castelluccio in vico Pieta motivando l’atto con l’intento di trovarci una sistemazione stabile, definitiva, entro due anni e invece hanno preferito ingrassare le tasche della Triade e ora siamo punto e a capo“, rivendica un anziano padre di famiglia.
"NON SIAMO PARASSITI". “Non siamo dei parassiti, né tanto meno delle sanguisughe. Paghiamo le tasse e tutte le utenze domestiche. Inoltre – sottolinea una signora - aspettiamo da tempo un alloggio popolare che ci spetta di diritto perché siamo in graduatoria da anni. Dapprima ci hanno sistemato qui, in questo sgangherato palazzo di vico Pietà, promettendoci per il futuro l’assegnazione di un alloggio a tutti gli effetti. Poi, invece, quando si è trattato, finalmente, di assegnare le case, ci hanno detto che stavamo bene dove stavamo. E’ una vergogna. Questa notte, se non ci trovano una sistemazione mettiamo le tende in Comune“.