Stampa questa pagina
  • Pubblicata il: 02/04/2014 22:58:03

"Lellucc, sappiamo dove stai! Mettiti in regola se no fai la fine di tuo fratello"

La minaccia a Zammarano da cui è partita l'inchiesta

Una lettera anonima ricevuta da Raffaele Zammarano il quattro ottobre dell’anno scorso presso il suo studio. Poche righe dal tono eloquente: “Lellucc, mettiti in regola se no la tua famiglia si fa male, inutile andare via, sappiamo dove stai e fai la stessa fine di tuo fratello”.
LA DENUNCIA. Una missiva, quella recapitata all’imprenditore edile foggiano, che ha convinto Raffaele Zammarano a consegnarne il testo alla polizia, dando il via così alle indagini da cui sono scaturiti gli arresti del consigliere comunale Laccetti, del dirigente Fernando Biagini e di Adriano Bruno legale rappresentante dell’Aleasya Costruzioni.
 
I PRECEDENTI. Per gli inquirenti decifrare il senso dello scritto è stato tutt’altro che complicato. “La vicenda riguardante il fratello del denunciate” scrive il Gip “ è da individuarsi nell’episodio del 22 maggio 2013, quando Arturo Zammarano, in Via Pellegrino Graziani, era rimasto vittima di un’aggressione, con esplosione di sei colpi di arma da fuoco da parte di ignoti”. Nell’occasione, si ricorderà, Arturo Zammarano si trovava all’interno della propria auto, una Mercedes bianca, quando era stato raggiunto da una scarica di colpi che si conficcarono nella portiera, rimanendo fortunatamente illeso. In precedenza nel febbraio 2013 un ordigno rudimentale era stato rinvenuto inesploso dinanzi al cancello della sua abitazione.
 
LA DENUNCIA. Una serie di atti intimidatori e minacce che hanno convinto Zammarano a illustrare al Procuratore Capo della Procura di Foggia "i meccanismi che regolano la delinquenza nella città di Foggia". Ascoltato lo scorso 21 ottobre indicò in Fernando Biagini "una delle persone più pericolose di Foggia". Da qui le indagini, le intercettazioni ambientali sino agli arresti "eccellenti".
 

di Redazione