“Evidentemente c’è la volontà di liberarsi del partito socialista”. Queste le conclusioni tratte dal leader del Partito Socialista di Capitanata, Lello Di Gioia, nel corso della conferenza stampa di ieri mattina la quale, di fatto, ha ufficializzato la rottura al Comune di Foggia, peraltro già anticipata dallo scontro precedente tra Angelo Benvenuto e il sindaco Gianni Mongelli.
UN SINDACO DI DESTRA. “Con questo sindaco si sta verificando l'occupazione sistematica della cosa pubblica con personaggi rappresentativi della destra più negativa”: questo il commento di Di Gioia, la goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso dei socialisti, a poco più di un anno dalla fine del mandato del Primo Cittadino. “Guardate i consulenti – ha continuato – hanno una chiara espressione politica e sono sempre gli stessi, al Comune come nelle aziende comunali. Ci meraviglia il Partito Democratico, come faccia a non vedere i limiti di questo governo”. Una presa di posizione che non sembra affatto casuale, dopo la dichiarazione di Mongelli di ricandidarsi anche per le prossime elezioni, praticamente due giorni dopo le dimissioni del vicesindaco Iuppa.
QUALCUNO ALLE SUE SPALLE. "Non mi pare abbia meriti": questa, invece, la stoccata di Lello Di Gioia nei riguardi del sindaco di Foggia, il quale a dire del rappresentate del Psi avrebbe sempre avuto “qualcun altro” alle sue spalle, sia sul piano della carriera professionale che dal punto di vista politico. “Adesso guardiamo alle prossime elezioni, per costruire un centrosinistra che sia in grado di vincerle anche – ha proseguito Lello Di Gioia – ma ad una sola e unica condizione: il candidato sindaco non potrà essere Mongelli".