Un pass per disabili su quattro, a Foggia, o non è in regola o è falso. Fotocopiato e replicato ad arte, per la precisione. Già di per sé, la notizia è una di quelle pronte a suscitare rabbia e riprovazione collettiva. Ma c’è un ulteriore dettaglio a fomentare gli animi dei foggiani: tra gli automobilisti “pizzicati” dagli ausiliari del traffico con pass taroccato c’è anche un consigliere comunale. Il cui nome, però, resta top secret. Almeno per il momento.
LA DENUNCIA proviene dall’Ataf, l’azienda di trasporti foggiana che si occupa della gestione dei parcheggi a pagamento e che, tramite gli ausiliari del traffico, ha monitorato - da fine ottobre ad oggi - l’utilizzo fatto in città dai permessi per disabili assegnati. Secondo questo “sondaggio”, su 400 pass distribuiti almeno un centinaio sarebbero utilizzati da non aventi diritto (e tra questi sono compresi anche parenti e/o familiari dei disabili titolari del tagliando). Tutti i trasgressori saranno denunciati per truffa.
UNO E TRINO. Nel caso specifico, il consigliere comunale foggiano avrebbe fotocopiato non uno, ma ben tre pass che utilizzava con regolarità su altrettante automobili, intestate ad altri membri della sua famiglia. Si tratta, in questo caso, solo della punta dell’iceberg dell’inosservanza delle regole civili perché i nomi individuati dagli ausiliari del traffico sono un centinaio. Tutti colpevoli, alla stessa stregua, di esporre falsi pass per disabili sul parabrezza di auto sportive, suv o di grossa cilindrata. Tutto per risparmiare i pochi euro della sosta tariffata, entrata in vigore a Foggia da poco più di un anno.
BISOGNO DI CHIAREZZA. Viene invocato anche da Palazzo di Città e, attraverso una nota stampa congiunta, i consiglieri comunali Rita Chinni, Leonardo De Santis, Leo Iaccarino, Michele Sisbarra, Paolo Terenzio e Luigi Vinciguerra hanno chiesto “che si faccia chiarezza su quanto emerso” circa “il coinvolgimento di un consigliere comunale nello scandalo dei falsi permessi per disabili”. Gli stessi preannunciano un'interrogazione consiliare “al fine di far luce sull'intera vicenda auspicando un sistema più severo e sociale dell'attribuzione dei permessi. Resta indubbio – concludono - che l'accertamento di tali responsabilità sia elemento di un dignitoso passo indietro da parte del consigliere coinvolto”. Il minimo richiesto.
FEROCE REAZIONE. Non poteva non arrivare che su Facebook, la dura reprimenda in merito a quanto accaduto. Nei commenti agli articoli linkati e condivisi di pagina in pagina (come quelli tratti dalle pagine di Repubblica.it e del Corriere del Mezzogiorno), oppure nei forum dei portali di informazione locale, i foggiani sono duri e inclementi. Innanzitutto chiedono di sapere “il nome che scotta”.
“Si deve sapere di chi si tratta non perché lo si deve necessariamente esporre al pubblico ludibrio, ma per il semplice fatto che costui non merita di rappresentare i cittadini”, scrive ad esempio qualcuno, manifestando la propria disapprovazione. Qualcun altro, invece, su fb affronta l’argomento con amaro sarcasmo, come Pino e Maria Laura. “Credevate davvero che il 60% dei foggiani sono tutti diversamente abili?”, scrive il primo; “Sai che novità... L'Italia è il paese dei falsi invalidi, dei falsi disabili, etc etc”, fa il paio la seconda.