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  • Pubblicata il: 02/04/2014 15:00:00

"Spazi di Libertà", dalla piazza senza nome alla conquista di un centro sociale

Ecco il collettivo "0881" per riqualificare il degrado

“Le città sono di chi le ama”, è questo lo slogan-manifesto del collettivo “0881-Per gli spazi sociali“ (costituitosi anche sottoforma di un’associazione ribattezzata “Plebe”) per provare a costruire un percorso di sensibilizzazione verso la riqualificazione degli spazi urbani degradati, abbandonati a se stessi. Per provare a rivitalizzare la città di Foggia attraverso le sue forze vive, che intendono operare una ricomposizione sociale praticando impegno politico e culturale, offrendo alla comunità servizi gratuiti che vanno dal doposcuola per i giovani al cineforum, dalla musica dal vivo alle presentazioni di libri, passando per i servizi di svago e intrattenimento per gli anziani. Per fare questo, però, i ragazzi di 0881-Plebe chiedono al Comune di Foggia il comodato d’uso di una delle tante strutture pubbliche cittadine passate in disuso in anni di incuria. 
In questi ultimi mesi, i trenta e passa ragazzi del movimento hanno dimostrato di saper fare, di saper riqualificare, di saper rendere più belli e vitali, a costo zero, luoghi e piazze del capoluogo dauno. La dimostrazione sono le due manifestazioni, regolarmente autorizzate, che hanno organizzato tra febbraio e marzo e che hanno riscosso l‘apprezzamento di passanti e residenti. La prima a piazza Puglia, dove hanno dato appuntamento ad artisti, writers, musicisti di Foggia e provincia per ridipingere e colorare con graffiti e murales i muri di quel posto caduto in disgrazia e ravvivarlo a suon di musica hip - hop. L’ultima iniziativa (GUARDA IL VIDEO), del tutto simile alla precedente, è quella tenutasi sabato scorso, in una piazza limitrofa al centro storico, una piazza così dimenticata che non ha neppure un nome. Graffiti, dj set, il concerto live di un duo rapper locale piuttosto conosciuto in Capitanata (Toto Nasty e Untouch), cui si è aggiunta una bella mostra fotografica di denuncia sulle “cattedrali nel deserto” foggiano, su quella montagna di cemento invadente, a maggior ragione perché inutilizzata, di strutture che aspettano solo di essere rivissute. Gli scatti in bianco e nero, a cura di Tommaso Abbatescianni, Federica Frisoli e Giuliana Massaro, immortalano lo squallore e il degrado a cui soggiacciono luoghi come l’ex Cinema Italia; la scuola De Santis; il “trenino” di piazza Mercato; l’immenso “cubo” in cemento che giace da anni come ricettacolo di immondizia ai lati delle tre corsie: Palazzo Trifiletti, tra le più belle residenze storiche del quartiere settecentesco, che potrebbe campeggiare sulle guide turistiche alla scoperta di Foggia e che invece da anni è sempre più schiavo dell’incuria di pubblici e privati. La mostra parla chiaro e svela l’obiettivo ultimo del collettivo: conquistare uno dei tanti spazi in questo stato per potervi adibire un centro sociale, un centro di aggregazione politica e culturale, un centro di lavoro, i cui frutti possano essere offerti gratuitamente alla collettività. 
Collettività, quella foggiana, che ha molto apprezzato, per esempio, l’iniziativa svolta nella “piazza senza nome“, come hanno dimostrato la presenza e i commenti positivi di residenti e semplici curiosi, famiglie, giovani e anziani, sorpresi della nuova vitalità regalata al loro quartiere. “Quando tornerete con un altro evento simile?”, hanno chiesto in quell’occasione ai ragazzi del  collettivo 0881.
Il lavoro di ricerca e sensibilizzazione sui luoghi cittadini in abbandono, effettuato dal movimento, che nel tempo, fino ad oggi, ha cercato un’intesa con l’amministrazione, senza essere mai davvero ascoltato, parte sin da due, tre anni fa: “Abbiamo individuato una decina di posti - spiega Francesco Berlingeri, portavoce del collettivo - tutti ugualmente consoni, a nostro parere, per mettere in pratica il nostro obiettivo. Di questi quello più interessante è la scuola materna Giovanni XXIII al quartiere Cep, sgombrata qualche mese fa per problemi di inagibilità. Siamo disposti a rimetterla a nuovo e farla rivivere a nostre spese e senza un centesimo di esborso da parte dell’amministrazione. Abbiamo le competenze per farlo”.
Intanto il percorso di lotta politica e culturale degli attivisti del collettivo, formato da studenti e lavoratori (alcuni dei quali artigiani, muratori, montatori di palchi, persone, insomma, abituate a costruire e ricostruire) continua senza sosta. Prossima tappa il primo maggio, con un’altra manifestazione a tema, in occasione della festa dei lavoratori. In quella circostanza, chissà (se nel frattempo le loro istanze saranno state accolte dall’amministrazione comunale e dalla cittadinanza), potrebbero annunciare la nascita di un centro sociale per la città di Foggia, che avvii un nuovo, vero percorso di ricomposizione sociale,  soprattutto per quelle fasce della popolazione più deboli e inascoltate. In altre città del Sud, come Bari, per esempio, è già successo, e non solo durante la mitica stagione delle Posse anni ’90, ma anche in tempi  recentissimi. Dunque, può succedere anche a Foggia.
“Le città sono di chi le ama”, "Apriamo Spazi di Libertà": sono questi gli slogan-manifesto del collettivo “0881-Per gli spazi sociali“ (costituitosi anche sottoforma di un’associazione ribattezzata “Plebe”) per provare a costruire un percorso di sensibilizzazione verso la riqualificazione degli spazi urbani degradati, abbandonati a se stessi. Per provare a rivitalizzare la città di Foggia attraverso le sue forze fresche, che intendono operare una ricomposizione sociale praticando impegno politico e culturale, offrendo alla comunità servizi gratuiti che vanno dal doposcuola per i giovani al cineforum, dalla musica dal vivo alle presentazioni di libri, passando per i servizi di svago e intrattenimento per gli anziani. 
IL PERCORSO DI SENSIBILIZZAZIONE. Per fare questo, però, i ragazzi del movimento "0881-Plebe" chiedono al Comune di Foggia il comodato d’uso di una delle tante strutture pubbliche cittadine passate in disuso in anni di incuria. In questi ultimi mesi, i trenta e passa ragazzi del movimento hanno dimostrato di saper fare, di saper riqualificare, di saper rendere più belli e vitali, a costo zero, luoghi e piazze del capoluogo dauno. La dimostrazione sono le due manifestazioni, regolarmente autorizzate, che hanno organizzato tra febbraio e marzo e che hanno riscosso l‘apprezzamento di passanti e residenti. La prima a piazza Puglia, dove hanno dato appuntamento ad artisti, writers, musicisti di Foggia e provincia per ridipingere e colorare con graffiti e murales i muri di quel posto caduto in disgrazia e ravvivarlo a suon di musica hip - hop. L’ultima iniziativa (GUARDA IL VIDEO), del tutto simile alla precedente, è quella tenutasi sabato scorso, in una piazza limitrofa al centro storico, una piazza così dimenticata che non ha neppure un nome. Graffiti, dj set, il concerto live di un duo rapper locale piuttosto conosciuto in Capitanata (Toto Nasty e Untouch), cui si è aggiunta una bella mostra fotografica di denuncia sulle “cattedrali nel deserto” foggiano, su quella montagna di cemento invadente, a maggior ragione perché inutilizzata, di strutture che aspettano solo di essere rivissute. 
I LUOGHI ABBANDONATI. Gli scatti in bianco e nero, a cura di Tommaso Abbatescianni, Federica Frisoli e Giuliana Massaro, immortalano lo squallore e il degrado a cui restano sottomessi luoghi come l’ex Cinema Italia; la scuola De Santis; il “trenino” di piazza Mercato; l’immenso “cubo” in cemento che giace da anni come ricettacolo di immondizia ai lati delle tre corsie; Palazzo Trifiletti, tra le più belle residenze storiche del quartiere settecentesco, un edificio che potrebbe campeggiare sulle guide turistiche alla scoperta di Foggia e che invece è sempre più schiavo dell’incuria di pubblici e privati. La mostra parla chiaro e svela l’obiettivo ultimo del collettivo: conquistare uno dei tanti spazi in questo stato per potervi adibire all'interno un centro sociale, un centro di aggregazione politica e culturale, un centro di lavoro, i cui frutti possano essere offerti gratuitamente alla collettività. 
Collettività, quella foggiana, che ha molto apprezzato, per esempio, l’iniziativa svolta nella “piazza senza nome“, come hanno dimostrato la presenza e i commenti positivi di residenti e semplici curiosi, famiglie, giovani e anziani, sorpresi della nuova vitalità regalata al loro quartiere. “Quando tornerete con un altro evento simile?”, hanno chiesto in quell’occasione ai ragazzi del collettivo "0881".
AMMINISTRAZIONE INDIFFERENTE. Il lavoro di ricerca e sensibilizzazione sui luoghi cittadini in abbandono, effettuato dal movimento, che nel tempo, fino ad oggi, ha cercato un’intesa con l’amministrazione, senza essere mai davvero ascoltato, parte sin da due, tre anni fa: “Abbiamo individuato una decina di posti - spiega Francesco Berlingieri, portavoce del collettivo - tutti ugualmente consoni, a nostro parere, per mettere in pratica il nostro obiettivo. Di questi, quello più interessante è l'ex scuola materna Giovanni XXIII al quartiere Cep, sgombrata delle scolaresche qualche mese fa per problemi di inagibilità. Siamo disposti a rimetterla a nuovo e a farla rivivere a nostre spese e senza un centesimo di esborso da parte del Comune. Abbiamo le competenze per farlo”.
VERSO UN CENTRO SOCIALE. Intanto il percorso di lotta politica e culturale degli attivisti del collettivo, formato da studenti e lavoratori (alcuni dei quali artigiani, muratori, montatori di palchi, persone, insomma, abituate a costruire e ricostruire) continua senza sosta. Prossima tappa il primo maggio, con un’altra manifestazione a tema, in occasione della festa dei lavoratori. In quella circostanza, chissà (a patto che nel frattempo le loro istanze vengano accolte dall’amministrazione comunale), potrebbero annunciare la nascita di un centro sociale per la città di Foggia, che avvii un nuovo, vero percorso di ricomposizione sociale, soprattutto per quelle fasce della popolazione più deboli e inascoltate. In altre città del Sud, come Bari, per esempio, è già successo, e non solo durante la mitica stagione delle Posse anni ’90, ma anche in tempi recentissimi. E dunque, ora, può succedere anche a Foggia.

di Redazione