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  • Pubblicata il: 19/03/2013 09:12:00

10 100 1000 Ciccio Patino

Quando Matteo Rinaldi ci raccontava del primo gol in serie A del Foggia

Mentre giochiamo a pallone sotto casa si ferma un vecchio furgoncino grigio, di quelli che consegnano le bombole.
- “Ragazzi scusate, sapete dov'è Via Mameli?”
- “Ciao Matteo, si è qua vicino. Ma prima che te lo diciamo ci racconti del primo gol in serie A del Foggia?”
E lui scendeva e iniziava a parlare di Pugliese, dello Zaccheria con le curve di tubi innocenti, di Rosa Rosa, degli attaccanti da marcare, degli arbitri che facevano i padroni. Poi dopo un po' gli dicevamo dov'era Via Mameli e lui ricominciava a consegnare le bombole.
- “Ma che, mica sono vere le cose che ha raccontato quello là” diceva qualcuno che non era del quartiere.
- “Verissime, quello è Matteo Rinaldi, lo stopper del Foggia, la Roccia del Gargano, chiedi a tuo padre quando torni a casa”.

Era un altro calcio quello di Matteo Rinaldi, fatto di gente che non chiamava 5 volte al giorno il procuratore, che dopo aver appeso gli scarpini al chiodo doveva cercarsi un lavoro perché non poteva mica campare di rendita, ma soprattutto di gente che dava l'anima in campo, e che quaranta anni dopo continua a seguire la squadra per cui ha giocato, come ci hanno raccontato in questo week end i vari Memo, Maioli, Gambino che sono venuti a Foggia e pareva non se ne fosse mai andati.

O come Ciccio Patino, che sabato al Teatro del Fuoco mentre tutti scherzavano e raccontavano aneddoti ha preso la parola per ha ricordare che “se il passato serve al presente allora va bene, la squadra si trova in una categoria non consona alla città, faccio un appello a tutti i politici perché facciano quello che possono per la squadra e la città”

Io non lo so cosa succederà l'anno prossimo, ma mi piacerebbe tra gli acquisti ci fosse qualcuno che tra 40 anni possa fare un discorso come quello di Patino...

di Redazione